Un disco intensissimo, che incrocia tematiche politiche con tracce di vissuto personale. The Ride, l’ultimo album delle Bad Cop /Bad Cop pubblicato dalla Fat Wreck Chords, si propone già come uno delle opere, non solo punk, dell’anno. Un plot duro, personale e sociale che traccia una strada netta e definita.
Bad Cop/Bad Cop: non dobbiamo essere vittime della vita, dobbiamo crearla
“Siamo migliori di quello che ci dicono ed insegnano”. La necessità di rompere gli argini di una vita precostituita, tagliata e confezionata su misura. L’esigenza di essere individui in una “comunità” umana e non semplicemente numeri in gabbie di algoritmi. L’urgenza di ricomporre le tracce della propria storia familiare e personale per diventare “testimonianza politica viva” di una realtà contraddittoria e brutale. La ricerca di una nuova complessità nella semplicità.
“The Ride”, l’ultimo disco delle Bad Cop/Bad Cop, è un manifesto punk, un’opera coraggiosa e sincera, che si schiera apertamente contro tutte le contraddizioni delle società americana.
Un album estremamente politico che non rinuncia ad essere anche un diario personale, una raccolta di canzoni viscerale attraverso la quale Stacey Dee, Linh Le, Jennie Cotterill e Myra Gallarza raccontano se stesse parlando della realtà che le circonda.
“In una canzone come Originators, il testo rappresenta una ‘call to action’, un invito a non essere vittime della vita che ci viene data, ma a costruirla, passo dopo passo – ci spiega Stacey Dee -. Le parole che usiamo per descrivere la nostra esistenza finiscono per creare e definire la realtà. Dobbiamo esserne consapevoli e cercare di riprendere in mano tutto quello che ci appartiene”.
E quello che ci appartiene non è soltanto una sfera privata e personale, ma anche la nostra intima connessione ad una realtà inequivocabilmente politica, la nostra consapevolezza sociale. In “Certain kind of Monsters” il gruppo invita gli ascoltatori a “svegliarsi e seguire la resistenza”.
Una resistenza che coincide con un sentimento di umana appartenenza: la necessità di non limitarsi ad osservare la propria vita, ma di prendere una posizione, anche scomoda, come membri di una collettività.
“La nostra rabbia contro Trump”
“Può essere questa l’America, la terra della libertà, quando per la prima volta mi sento come se fossi una rifugiata?”. “Pursuit of liberty” è il racconto crudo e diretto degli attacchi alla libertà individuale perpetrati dal governo Trump.
Atti di persecuzione soprattutto diretti contro gli immigrati, contro persone che scappano dai propri paese per cercare di essere liberi in una terra che non è più capace di accoglierli. Una canzone che rappresenta anche una mappa familiare e traccia la storia della famiglia di Linh Le, la bassista del gruppo.
“La gente non sa quello che si prova ad essere un rifugiato, neanche io posso saperlo, ma la mia famiglia ha vissuto questa condizione. Lo sanno mia madre, mio padre, mia sorella – ci racconta Linh -. Mia madre era incinta di mia sorella quando è arrivata qui. Non ho provato sulla mia pelle cosa significhi essere costretti a lasciare la propria casa. Quindi come posso giudicare chi scappa da una situazione come questa? Tutto quello che impariamo a scuola rispetto a questo paese è che ci troviamo nella terra delle opportunità e della libertà. Cazzo, allora, non puoi permetterti di trattare le persone in questo modo”.
Chi non ha vissuto una condizione simile deve, quindi, farsi testimone di quello a cui assiste, prendere una posizione netta, risoluta, inequivocabile. “Non mi sento benvenuta nel mio paese, ci sono tantissime persone che non hanno problemi a sostenere un uomo che punta il dito verso le differenze e ti dice in faccia “questa non è casa tua” e siamo testimoni di questa merda che avviene di fianco a noi verso i nostri fratelli neri, asiatici ed ispanici, addirittura verso i nostri amici bianchi. Non risparmia neanche la comunità LGBTQ. Sono nata in questo paese sono un’americana vietnamita. Non ci sono dubbi su questo. Ho la cittadinanza americana e questo paese è costituito da persone che sono venute qui da altri paesi. Dovremmo apprezzarlo, è meraviglioso”.
Il rumore come amore
“The ride” non è soltanto un disco politico, ma è anche un’opera personale. Intima, viscerale. Un album attraverso il quale le Bad Cop/Bad Cop raccontano se stesse, le proprie paure, i propri abissi privati. In “Breastless” Stacey Dee parla in prima persona della sua esperienza con il cancro al seno. “Quando ho saputo di avere il tumore, ho sentito una forte connessione con il mio lato femminile, un legame che non pensavo di avere – ci racconta -. Mi dicevo: ‘Sto perdendo questa parte’. Avevo paura, non volevo succedesse, mi sono resa conto di amare quello che rischiavo di non avere più”.
Una consapevolezza umana, politica, interiore e sociale che si esprime attraverso il rumore, mediante il frastuono delle parole e della musica. “Il rumore è quello che viene dal nostro cuore, è l’amore per noi stesse, per i nostri amici, per l’umanità, per gli oggetti inanimati. Tutto risuona dell’amore, tutto è vivo. L’amore è il rumore del mondo”.
Bad Cop/Bad Cop: The Ride, our interview
Get ready for an intense album, politically charged and deeply entwined with meaningful episodes of personal life. The Ride, Bad Cop /Bad Cop’s last album and published by Fat Wreck Chords, has all what it takes to be one of the greatest (not just punk) albums of the year. The album’s plot is hard, very personal but also enriched with social connotations: it sets out an unprecedented and well-defined path
Bad Cop/Bad Cop: we should not be victims of the life we are given, we should create it
“We’re greater than we’re taught or told.” It is crucial that we manage to break through the rules of a pre-planned life, stringently tailored to us. It is essential that we fight to feel as individuals that are part of a human community rather than a random identity resulting from an algorithm. And that’s where the urgency of piecing together personal and family traits comes from. The urgency to become a living political testimony of a brutal and contradicting reality. A living tool to help clarify a new kind of complexity.
The Ride, Bad Cop/Bad Cop’s last album, is a real punk manifesto, a brave and genuine piece of work which is openly sided against all of the contradictions of this American society, it’s extremely political but it doesn’t lack a personal and introspective side. Through this collection of visceral songs, Stacey Dee, Linh Le, Jennie Cotterill and Myra Gallarza tell their own stories and present the reality that surrounds them.
“In the song Originators, the lyrics represent a ‘call to action’, an invitation to refuse to be a victim of the life we are given and to own it instead, step by step – explains Stacey Dee. The words we use to describe our own existence have the power to define and shape our reality. We need to be fully aware of this in order to take back everything that belongs to us.”
This everything is not only our private life but also our unique and intimate connection with a surrounding that is undeniably political and social. When in “Certain kind of Monsters” the band invites us to “wake up and join the resistance”, this is the natural consequence of belonging to a community of humans: we have a necessity to be more than a spectator of our lives, we need to make a stand – sometimes uncomfortable – as members of a society.
“Our rage against Trump”
“Can this be America, the home of the free, when for the first time I feel like a refugee?” “Pursuit of liberty” is a harsh and heartfelt narration of the attacks to individual freedom perpetrated by the Trump administration. A real act of persecution mostly addressed towards immigrants, people who flee their motherlands in search for freedom in a country that is no longer able to welcome them.
The bassist of the group, Linh Le, is the mind behind the song as it is also a mention of the long journey of her family. “People don’t know what it is like to be a refugee, not even I know, but my mum does, my father and my sister know. They have lived through this condition – says Linh. When they arrived to this country my mum was pregnant with my sister. I don’t know what it’s like to be forced to leave your home because your life is being threatened so how dare I judge these people for coming in for that reason? The whole idea behind this country is that this is the land of opportunities and freedom. You don’t fucking treat people that way”!
Whoever is not a direct victim of these aggressions have a moral duty to be a witness of what is happening and should make a clear stand. “I don’t feel welcome in my country, I am surrounded by people that have no problems supporting a man who points his finger at you and says “this is not your place!”
We witness this every day around us, it happens to our black brothers and sisters, to our Asian brothers and sisters, to our Hispanic brothers and even to our white brothers.”
Linh also mentions the LGBTQ community. “I’m born in this country I am Vietnamese American. There are no doubts about that. My citizenship is here but the thing is that our country is derived from people that have come from other places. We should be able to embrace that, this is something that is beautiful.”
Love is the noise of the world
The Ride undeniably is a political album, but nevertheless is a personal job of narration of intimacy and family. Each song of this album is the way Bad Cop/Bad Cop tell of their own stories, of their fears, of their personal abyss. In “Breastless” Stacey Dee is on the stage to sing about her experience with breast cancer. “When my cancer happened, I felt a strong connection to my femininity, which I didn’t think I had – she says. I would tell myself: ‘Am I losing this part of me?’ I was afraid, I didn’t want to lose that, I loved that part of me.”
This human, political, inner and social awareness finds its expression through noise, through the noise of words and music. “Noise is what comes from our heart, is the love we have for ourselves, for our friends, for humanity, for unanimated objects. Everything resonates with love, everything is alive. Love is the noise of the world”.
Interpretariato, sottotitoli e traduzione intervista di Donatella Gagliano