Bryce Dessner nel panorama musicale mondiale è quasi un unicum. Il preziosissimo anello mancante tra 2 mondi musicali diversi. All’Auditorium Parco della Musica il Romaeruropa Festival, nell’ambito del cartellone di Romarama, ha offerto al pubblico un saggio della talento compositiva del fondatore dei The National.
Un patrimonio inestimabile
Bryce Dessner è noto per essere, insieme al fratello Aaron, fondatore del gruppo indie rock The National, con cui ha vinto diversi Grammy awards.
L’artista statunitense tuttavia ha anche un altro volto, meno noto al grande pubblico, che lo eleva ad un livello artistico superiore rispetto ai colleghi della scena indipendente.
Dessner infatti è un ricercato compositore di musica classica contemporanea che ha collaborato con musicisti leggendari, da Steve Reich a Philip Glass, e partecipato alla scrittura di colonne sonore per il cinema come avvenuto per il film The Revenant di Alejandro González Iñárritu o più recentemente con la pellicola di Fernando Meirelles, The Two Popes.
La fama che gli deriva dall’essere una star della musica rock indipendente è un patrimonio inestimabile che lo accompagna anche nella sua seconda vita di compositore. Dessner è un personaggio fondamentale per il panorama della musica classica contemporanea, capace di far accendere i riflettori del grande pubblico su un genere musicale di nicchia, originariamente inviso anche agli appassionati di musica classica.
Oggi, grazie alla pubblicazione di album con etichette storiche quali la Deutsche Grammophon e le collaborazioni con musicisti rispettati e stimati anche negli ambienti più “ortodossi”, come le sorelle Labèque che si sono esibite durante il concerto di Roma, autori come Dessner e Glass aiutano la musica colta contemporanea ad aprire brecce nel cuore degli appassionati di musica classica.
Il peso specifico nel panorama musicale mondiale di Bryce Dessner si pesa quindi su più piani ed è per questo che il RomaEuropa Festival gli ha dedicato un concerto tributo come quello andato in scena all’Auditorium Parco della Musica.
Poesia a 4 mani
Ad aprire il programma della serata è Il Concerto for 2 pianos suonato in prima assoluta nella versione per piccola orchestra. I 3 movimenti scritti da Bryce Dessner per le pianiste italo francesi Katia e Marielle Labèque sono un vero e proprio omaggio al talento delle due pianiste. Due musiciste virtuose ed eclettiche capaci di interpretare sia opere classiche, sia opere contemporanee. Le sorelle Labèque , con i loro pianoforti contrapposti, sono in grado di insufflare e riempire di vita e dinamismo i pattern minimalisti composti per loro da Dessner. Un crescendo di contrasti tra pianoforti ed orchestra che produce esplosioni sonore delicate e potentissime, al confine tra due mondi musicali, uno più formale e l’altro più avanguardista.
Tributo in 5 atti
In Lachrimae gli archi del Parco della Musica Contemporanea Ensemble, diretto da Tonino Battista, ne esaltano le distorsioni, tirando il filo della tensione malinconica che vena la suite.
Con St. Carolyn By the Sea, suonata insieme alla chitarra di Luca Nostro, Dessner esibisce tutta la sua capacità di disegnare panorami sonori di una potenza evocativa senza uguali. Nella Sala Sinopoli dell’Auditorium il compositore traspone un paesaggio incontaminato e selvaggio. Un panorama in cui alberi maestosi si specchiano sulle onde placide del mare mentre nel corso dei minuti si addensa una tempesta. E quindi gli archi, come vento, piegano le cime, i timpani ed i legni rimbombano e squarciano come tuoni, la chitarra elettrica, liquida, perfettamente immersa tra gli strumenti acustici, è sferzante mentre gli elementi infuriano e la natura mostra tutta la sua maestosa potenza. E quando la tempesta si placa torna la pace e riemerge la bellezza.
Aheym, suonata dal Parco della Musica Contemporanea Ensemble è un pezzo minimalista intensissimo. Un intreccio di archi che si muovono su più piani, dialogando in un contrappunto a tratti dissonante che sa di ricordi e memorie passate.
Dessner torna sul palco con la sua chitarra per suonare Wires, una suite ispirata dalle corde della chitarra ed al dialogo tra gli strumenti dell’orchestra. Scritta poco dopo le elezioni americane, in un periodo in cui il compositore ha manifestato la sua rabbia per la vittoria di Donald Trump, l’opera traduce in suoni quel sentimento forte e viscerale. Dessner, nel riportarla sul palco per la prima volta dopo 9 mesi di inattività forzata a causa della pandemia da COVID 19, ha invitato l’orchestra a suonarla più forte che mai per sfogarsi ed augurare un risultato elettorale diverso al suo paese chiamato al voto tra poco più di un mese.
Il concerto che il RomaEuropa Festival ha deciso di dedicare a Bryce Dessner è la dovuta celebrazione di un talento cristallino. Di una personalità unica nell’ambito della musica contemporanea, capace di esaltare ed esaltarsi insieme a musicisti straordinari come le sorelle Labèque, Luca Nostro ed il Parco della Musica Contemporanea Ensemble diretto da Tonino Battista ma, soprattutto, di parlare all’animo del pubblico e di tendere un ponte tra mondi musicali diversi ed apparantemente lontani.