Daniela Pes, uno dei fenomeni più luminosi dell’attuale scenario musicale italiano, ha presentato all’Angelo Mai il suo disco di debutto “Spira”
Daniela Pes: benché mutata risorgo identica
Una spirale è un segmento di curva generato dalla traiettoria di un punto che ruota attorno a un’origine fissa, mentre aumenta o diminuisce la sua distanza da essa.
Cartesio si dedicò allo studio di una peculiare tipologia di spirale, in cui la distanza tra gli avvolgimenti successivi non resta invariata: ogni raggio vettore è più ampio del precedente secondo una progressione geometrica, così che la curva, crescendo, non muta la sua forma. Tale curva si definisce spirale logaritmica ed esegue infinite evoluzioni verso e dal suo polo senza raggiungerlo mai, poiché il suo centro è un punto asintotico. La sua caratteristica di cambiare pur mantenendo la propria forma (definita “autosomiglianza”), spinse il matematico Jacob Bernoulli a denominarla Spira Mirabilis.
“Eadem mutata resurgo”. Benché mutata, risorgo identica.
Daniela Pes, nelle sue vesti nere da Sa Femina Agabbadòra, conduce dentro le circonvoluzioni magnetiche della sua Spira meravigliosa, trascinando il pubblico in un rito collettivo arcaico e seducente.
Sublime evocatrice di mondi primitivi squarciati dall’irruzione di ritmiche elettroniche ossessive e ricorsive, da synth che si muovono tra lampi di luce e precipizi nell’ ombra, contrazioni ed espansioni, come a riprodurre i cicli di vita e morte di ogni ente naturale, nel loro eterno ripetersi.
Come gli avvolgimenti della spirale logaritmica, la sua voce esegue infinite evoluzioni, si allontana e si propaga, si avvicina e si fa sussurro, in un tempo remoto o nel non ancora avvenuto, in una tensione costante tra primordio e immagini del futuro.
Una voce che rinuncia al senso e al significato delle parole per farsi puro suono, strumento tra gli strumenti, e che si esprime in una lingua composita e molteplice in cui convergono l’umano, il metafisico e le forze naturali.
Le infinite direzioni in cui si irradia la musica di Daniela Pes, i rivolgimenti improvvisi delle strutture compositive e delle atmosfere sonore, la loro mutevolezza, la ricchezza delle sue influenze e ispirazioni (che attingono dal jazz, dal folk e dall’elettronica), restituiscono la multiformità della sua identità artistica, che al contempo rivela una solida coerenza interna, un’intenzione espressiva nitida e compiuta, un’idea motrice che, nelle sue continue trasformazioni, si preserva inalterata.
Eadem mutata resurgo.