Un salto generazionale che con un tuffo carpiato ritorna al punto di partenza, un viaggio in un passato che è rimasto immobile ed aspetta il nostro sguardo e il nostro abbraccio per muovere i suoi passi. “Due”, il nuovo romanzo di Enrico Brizzi edito da HarperCollins, è il seguito inaspettato di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, una storia d’amore che ha attraversato le generazioni
La macchina del tempo
Ci sono libri, dischi, film, concerti, difficili da presentare con uno sguardo obiettivo. Parole, musiche, immagini che hanno scavato così tanto nella nostra anima da diventare quasi una seconda pelle. Una piccolissima, ma fondamentale, parte di noi. Personaggi che hanno abbattuto le frontiere dell’immaginazione e hanno indossato un vestito di carne ed ossa invisibile, realtà con le quali abbiamo parlato, dialogato, che abbiamo usato come sguardo altro da noi. E che con il tempo, magari, si sono nascoste ai nostri occhi, sono state relegate ad un angolo isolato della memoria. Parti della nostra storia che spesso, per un caso, uno scherzo, una reminiscenza, riemergono in maniera inaspettata assumendo la delicatezza di una carezza malinconica.
Libri, dischi, film e concerti dei quali non è possibile parlare in maniera distaccata, impersonale. Personaggi che sono stati, per noi, persone reali oltre la pagina, il lettore o lo schermo. Alex ed Aidi, i protagonisti di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, per chi scrive hanno rappresentato tutto questo. E in un piccolissimo angolo della memoria sono rimasti i ragazzi puri e tenerissimi del libro di Enrico Brizzi. Oggi, che sono tornati nelle librerie con “Due”, ritornano dal passato e accarezzano le spalle di chi li ha visti pedalare per i colli bolognesi.
Come in una macchina del tempo distorta, il tempo che per noi è trascorso in maniera ora stanca ora frenetica, per loro non si è mosso, li ha lasciati congelati in un istante di eternità in questi trenta anni. Eppure, leggendo il libro, è come se anche noi fossimo ritornati all’ultima pagina di Jack Frusciante ed avessimo iniziato un nuovo percorso. “Conoscere il futuro è una maledizione” dice Alex, ed in questo paradosso di un tempo che diventa un elastico, ogni nostro passo insieme è totalmente nuovo, inedito. “La vita non sta dentro i libri, se non di passaggio” e in questo passaggio, ci sono tutti quelli che hanno mescolato la propria vita a quella dei protagonisti, che si sono innamorati con loro, che hanno deciso di vivere a Bologna sotto gli stessi portici, che hanno inseguito come loro l’idea ideale di un amore perfetto, ingenuo, struggente e purissimo.
Trenta anni fa “Eravamo immortali e non lo sapevamo” ed oggi, nonostante tutto, siamo ritornati ad esserlo attraverso queste pagine