Equatore: il giro del mondo con Rancore e Margherita Vicario

Un viaggio del mondo con le parole, una rincorsa fra le rime e le voci. Equatore, il nuovo singolo di Rancore con la partecipazione di Margherita Vicario è un coraggioso tentativo di far abbracciare due mondi apparentemente lontani, eppur vicinissimi. Come se il “Mandela” di Margherita Vicario cercasse di incontrarsi con l’Arlecchino di Rancore ripercorrendone i passi e scoprisse, dopo averlo guardato negli occhi, che in realtà si trattava di un riflesso della propria immagine

Equatore: una canzone, un libro, un viaggio

Un giro del mondo in 80 rime, un viaggio al centro della terra per scoprirne il cuore, un percorso musicale “On the road” nel quale la polvere della strada si mescola al soffio di un vento che riesce ad unire in un unico soffio l’eco di parole distanti. “Equatore”, il nuovo singolo di Rancore con la partecipazione di Margherita Vicario, è una rincorsa a perdifiato fra due anime prive di bussole e traccianti, senza zaini o luci di soccorso. Due anime che riescono a mescolarsi sfiorandosi, che si lasciano percorrere da quella linea equidistante dai due poli, che invece di separare diventa uno specchio.

“Quante volte per scrivere una canzone, visto che amo complicarmi la vita, ho riempito il mio zaino di libri e manuali di ogni genere e quando ho potuto ho intrapreso viaggi che non avrei mai pensato di fare. – racconta Rancore -. Ogni canzone è uno studio, un percorso. Poi è arrivato il giorno, in apparenza un giorno qualunque, in cui cercando tra gli oggetti dimenticati ho rispolverato un libro che non aprivo da tanto tempo. Si trattava di un vecchio atlante da anni dimenticato sullo scaffale. Non sapevo che sarebbe stato proprio quell’atlante il mio nuovo protagonista. La nuova canzone nasce quel giorno, con il mondo intero in un libro, utilizzando una bussola con delle squadre e cercando di tracciare un percorso grazie alle parole e alle immagini. Se vuoi che il tuo viaggio abbia davvero senso non puoi partire da solo”. 

E Tarek, si lascia accompagnare in questo percorso da Margherita Vicario, che diventa vento e tempesta, una tormenta capace di spazzare le guerre e restituire purezza alle foreste. “Equatore” è quella linea che, invece di fratturare, ricuce le ferite dell’incomunicabilità, un tracciato in grado di superare i confini. E di oltrepassare quei vincoli che ci fanno chiudere in un cerchio con una linea, come se cercassimo sempre una bolla di vetro per proteggerci. Un ballo solitario con i diavoli della Tasmania che si trasforma in un passo a due, in punta di piedi oltre i confini del mondo. Una danza che distrugge la differenza fra nero e bianco, che unisce punti opposti. Una dichiarazione di fragilità assoluta e reciproca.

Io pensavo di seguirti ma è un’illusione,
Tu eri come un soffio sopra una foglia.
Cercavamo di creare comunicazione,
sembravamo quasi un uomo ed una donna
Ci mescoleremo come il nero e il bianco,
ruberemo solo un punto l’uno dall’altro

Una promessa che cambia le coordinate del mondo intero. E che permette a Mandela ed Arlecchino di specchiarsi uno di fronte all’altro, guardando la stessa immagine. Come un atlante con le pagine mescolate.

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