Flavio Rossi: Sulle “Tracce” dei ricordi per ricostruire la Storia

Fotografie sbiadite che diventano impronte eterne su ceramica, ricordi impressi su un materiale prezioso che contribuiscono a raccontare una storia e la Storia. Immagini private e memorie collettive. Il tessuto intimo che diventa trama comune. Flavio Rossi, cofondatore del laboratorio di ceramica Utol, dall’11 Febbraio al 14 Febbraio in occasione della rassegna Pigneto in Love presenterà nell’Ipogeo di Necci la sua prima mostra personale ispirata alle fotografie scattate da un soldato foto-reporter tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale. Un patrimonio visivo trovato per caso in una soffitta sulle Dolomiti che si srotola come un filo che congiunge ieri ad oggi e si proietta nel domani.

La fotografia e la ceramica come luoghi della memoria

Una scatola di scarpe, chiusa per 78 anni, in una soffitta alle pendici delle Dolomiti. Una custodia fragile eppur sicura per un patrimonio visivo inestimabile: oltre 400 foto in bianco e nero scattate da un soldato tedesco foto-reporter durante la Seconda Guerra Mondiale.

Il tentativo di ritagliare con lo sguardo frammenti di umanità lacerata e lacerante, ritratti di una vita che prosegue nonostante tutto e tutti. Un romanticismo che nasce dalle rovine e paradossalmente diventa mattone per riedificare il futuro. Un uomo senza nome e con un futuro impossibile da immaginare che insieme alla sua truppa occupa l’hotel di famiglia di una giovanissima Silvana Dezulian e probabilmente se ne innamora, lasciandole in custodia il suo patrimonio fotografia e promettendole di ritornare. Una promessa mai mantenuta, che oggi rivive davanti ai nostri occhi grazie al lavoro artistico di Flavio Rossi.

Silvana Dezulian, infatti, era la nonna di David Romelli compagno di vita di Flavio e cofondatore insieme a lui del laboratorio di ceramica Utol. E partendo da queste tracce di memoria l’artista ha deciso di creare una personale selezionando un centinaio di fotografie e trasponendole su ceramica. La fotografia e la ceramica diventano luoghi della memoria, passi sulle “Tracce” di uomini e donne mai conosciuti, ma che diventano testimonianze eterne di un ricordo collettivo.

Le “Tracce” che combattono lo scorrere del tempo

Le immagini che attraversano la carta fotografica e passano sulla ceramica rappresentano tracce di una promessa, di un desiderio di attraversare il tempo nonostante il suo decorso. Sono voci che, senza parlare, ci raccontano quello che hanno visto.

La tecnica di realizzazione è scultorea, inizia da una lavorazione a lastra ovvero dalla stesura di terraglia bianca che poi viene ritagliata, modellata, cotta e vetrificata. La decalcomania fotografica passa attraverso una terza cottura: il riquadro stampato viene inglobato dallo smalto che in quest’ultima cottura fonde nuovamente. In questo modo ogni fotografia su ceramica rispetta in maniera fedele le proporzioni e le piccole imperfezioni della stampa originale.

E non è un caso se ad ospitare la personale di Flavio sarà l’Ipogeo Pigneto di Necci, un luogo che custodisce la memoria del quartiere romano e che durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale è stato un rifugio antiaereo per gli abitanti della zona. Una Storia che ritorna e si manifesta nel suo essere memoria ed arte, monito e preghiera, traccia e percorso.

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