Fonoprint: viaggio alle frontiere del suono

Un luogo che custodisce la storia del suono e della musica in Italia, un tempio dell’acustica nel quale i fili del passato si intrecciano al presente e proiettano verso il futuro. Le pareti bolognesi di Fonoprint raccontano ancora l’epica della canzone italiana: hanno scelto questo luogo, fra gli altri, Zucchero, Vasco Rossi, Luca Carboni, Laura Pausini. In questa struttura, all’interno delle mura di un convento del ‘400, Lucio Dalla ha inciso Caruso e, dopo esserne diventato socio, ha deciso di stabilire qui il quartier generale delle sue produzioni.

Fonoprint, però, nel corso del tempo ha deciso di non indugiare melanconicamente sul passato, ma di proiettare il proprio sguardo verso le nuove frontiere del suono. Uno studio, infatti, è stato dedicato al mastering in Atmos grazie ad una collaborazione proprio con il ramo inglese della Dolby.

Il mondo Fonoprint

Due studi di registrazione, due studi di mastering, uno studio di montaggio video/authoring ed un service audio/video recording live. Un investimento continuo e costante sulla ricerca e sulla specializzazione sonora. Fonoprint racchiude un mondo sfaccettato come un diamante. All’attività tecnica in senso stretto, infatti, unisce anche un ambito formativo grazie ad un’Academy. Negli studios si è completato anche un passaggio naturale mediante la creazione di un’etichetta interna, la Fonoprint Records, che ha sviluppato anche collaborazioni con entità come Garrincha ed Inri.

Gli studios organizzano anche BMA Bologna Musica d’Autore , un festival dedicato ai giovani cantautori e band emergenti, che offre  la possibilità a nuovi artisti di esporsi, di confrontarsi con i professionisti del settore musicale e di esibirsi in un tour itinerante.

E la storia di questo luogo è anche diventata occasione per inaugurare il “Museo del suono e della Canzone”, per scoprire l’arte che lo ha abitato anche attraverso l’organizzazione di masterclass e workshop.

Verso il futuro: Dolby Atmos

La storia deve essere un presupposto per costruire il futuro e non un ostacolo per sperimentare. Per questa ragione gli studios Fonoprint si sono proiettati verso la tecnologia Dolby Atmos anche grazie all’installazione di strutture ed amplificatori di ultra-avanguardia. “Ad ottobre abbiamo curato la spazializzazione a 360 gradi delle ultime uscite di Vasco e Zucchero, mentre attualmente stiamo lavorando per trasformare in questo formato alcune produzioni Universal come l’ultimo disco di Blanco e quello di Margherita Vicario – ci spiega Enrico Capalbo, studio manager Fonoprint -. Quando ci rapportiamo ai lavori del passato ricostruiamo i mix in maniera fedele all’originale e poi realizziamo la spazializzazione”.

Una frontiera del suono che, però, non può prescindere dall’idea artistica alla base. “La spazializzazione non deve essere esasperata, non deve creare distrazioni rispetto all’idea musicale, né far sentire la firma del fonico che l’ha realizzata”.

I tecnici della Fonoprint hanno anche condotto un esperimento con il Teatro Comunale di Bologna posizionando i microfoni per realizzare una registrazione che possa riprodurre la posizione ed il punto di vista di un direttore d’orchestra. Un’esperienza in grado di arricchire l’ascoltatore e proiettarlo verso un suono capace di raccontare il passato con la forza del futuro.

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