Gabriella Martinelli, per la seconda serata del suo Finalmente Tour, fa tappa al Teatro Garbatella di Roma insieme al chitarrista Andrea Jannicola. Una serata in cui ritrovarsi con il pubblico, gli amici e con una città che le ha dato tanto.
In tour, finalmente!
Il desiderio di Gabriella Martinelli di riabbracciarsi con il pubblico è evidente. La voglia di tornare sul palco è tantissima e si vede. Per un’artista così empatica come è la cantautrice pugliese, questi mesi di lontananza sono stati duri.
E lo ammette anche lei, candidamente, quando chiede a più riprese di accendere le luci sul pubblico, per vederlo, o quando scende dal palco per cantare in mezzo alla gente.
Ed il pubblico di Roma per lei è speciale perchè questa è una città a cui è molto legata. Una città che le ha dato molto che, come dice lei stessa, “mi ha insegnato ad amare, a difendermi, a non smettere di sognare”.
Questo desiderio forte di provare sensazioni sopite è evidente e traspare anche nella scelta della scaletta. Canzoni che provenendo da un’artista sensibile ed acuta raccontano molto, di lei e del suo mondo. In fila, una dietro l’altra, intessono una storia ed un racconto attuale più che mai.

Un racconto che parte da noi, “Esseri sottili” fragili e delicati che per stare al mondo, come il suo “Buon Selvaggio”, dobbiamo imparare a fare a pugni come guerrieri. Fare della “Resistenza”, canzone scritta da Andrea Caligiuri, una virtù, senza perdere mai la voglia di “Pensieri Liberi”. Pensieri liberi e profondi come le viscere del “Gigante d’acciaio”, cantata insieme a Lula, che domina Taranto e la sua piccola cittadina, Montemesola, e che scaturiscono per caso, quando meno te l’aspetti. Come la sua splendida nuova canzone: “Un’altra carezza” ispirata da una frase captata casualmente in fila al supermercato, è un messaggio d’amore e di speranza racchiuso in un singolo perfetto che non si può non cantare per ore.
E poi visto che tutto “Non è per sempre”, la cover degli Afterhours regalata al pubblico di Roma per la prima volta, i ricordi si prendono il loro spazio. Come quelli di nonna Ninetta di “Ciao a te” o del periodo in cui Gabriella suonava da busker a Berlino in “Un labirinto ad est”.
A chiudere “In una tazza di caffè” con quel desiderio di tradurre un miraggio in realtà, di dare corpo ai sogni.
È proprio questo che risalta nell’esibizione di Gabriella Martinelli, una tensione continua, una sete avida, alimentata anche dalla clausura forzata di questi mesi, di futuro. Di aprire nuove porte, di percorrere nuove strade, di svegliarsi domani, per scoprire cosa riserva il mondo, cosa possa restituire, come possa ricambiare la sua energia pura e bellissima.
Ed il suo percorso, ne siamo certi, sarà lungo e pieno di soddisfazioni. Sanremo 2020 è stata solo una tappa del viaggio che dalla Puglia la porterà lontano, perchè gli artisti, quelli veri, viaggiano “pesanti”. Con uno zaino enorme da riempire di esperienze, idee, persone, emozioni e ricordi, da sfogliare all’occasione, da cui farsi ispirare in modo vero ed autentico. Come lei.
Video di Arianna Bonelli