Sylvio Giardina: the dark side of beauty

Sylvio Giardina, con la sua “Dark Celebration”, omaggia il nero come origine e fine di ogni colore, yin e yang della moda. E trasforma la passerella di Altaroma nel palcoscenico di un teatro. Le modelle come perfomer danzano su strade stellate. Glitter neri che definiscono la luce per creare una nuova costellazione.

Sylvio Giardina: il nero come origine di ogni colore

Una falcata che fugge da ogni linea guida e da ogni direzione imposta, che taglia la passerella, accarezza il pubblico, esplora ogni possibile spazio. Modelle che si guardano, si sfiorano, incrociano le proprie traiettorie, non riempiono la scena, ma diventano proscenio. Una sfilata che perde ogni connotazione classica per diventare performance a metà strada fra il teatro, la danza e le arti visive. Sylvio Giardina con “Dark Celebration” ha presentato la sua nuova collezione di haute couture per la primavera/estate.

Sylvio Giardina
Sylvio Giardina

Henri Matissé spiegava che “il nero è un colore in sé, che riassume e consuma tutti gli altri”. E Giardina, nella passerella romana, sembra riprendere quest’idea. Il suo nero diventa origine e fine, alfa e omega di ogni colore. Non “oscura” o “inghiotte”, ma abbraccia, sfuma e avvolge tutte le altre tonalità. Le sue giacche dai tagli rigorosi e i suoi tubini sembrano quasi “scolpiti” in un’oscurità che restituisce ai capi enfasi e drammaticità. Una tensione stilistica che coinvolge anche le modelle di Giardina, che camminano su una passerella cosparsa di glitter neri, seguono traiettorie inesplorate e, alla stregua di dive del cinema, sono illuminate da fasci di luce, che esaltano il loro volto oscuro.

Una sfilata nella quale buio, sogno, riflessione e mistero si rincorrono e la catwalk diventa uno strumento di narrazione silenzioso ma rumorosissimo, oscuro ma abbacinante. Profondo come gli abissi che nascondo l’origine di ogni forma e colore.

Altre storie
Maker Faire: il domani è oggi