La necessità e l’esigenza di evolversi e cambiare, il desiderio di tracciare nuove rotte, l’istinto di demolire il “falso mito della coerenza”. Giorgieness, con il suo nuovo singolo “Maledetta” prodotto da Ramiro Levy, Marco Olivi e Davide Napoleone , ribadisce la scelta di essere “un verbo al futuro”.
Giorgieness: con “Maledetta” parlo a me stessa
Maledirsi per comprendere i propri errori. Maledirsi per i fallimenti, per le delusioni, per le bruciature impresse a fuoco sulla pelle, per un vuoto impossibile da riempire. Maledirsi per ricostruire e cauterizzare le ferite. Maledirsi per affermare la necessità di essere se stessi. Giorgieness con il suo nuovo singolo “Maledetta” prende atto di quello che è stata e traccia un percorso da “presente al per sempre”.
“Anche per me inizialmente questa canzone aveva un significato sentimentale – ci racconta -. Con gli ascolti ho capito che ‘Maledetta’ era un modo per parlare a me stessa e raccontarmi l’ultimo anno e mezzo di vita”.
Un lasso di tempo in cui Giorgia non si è fatta sconti, non si è chiusa in un’autoindulgenza tanto consolatoria quanto effimera. Viviamo in un mondo complesso, che ci impone di credere nella nostra forza per superare i problemi. Per ogni fallimento inizialmente mi addossavo tutto le colpe, poi ho cominciato a depennare i miei veri errori da quello che non dipendeva da me. Cerco di tradurre in musica l’esigenza di accettare i fallimenti per ripartire”.
Il falso mito della coerenza significa immobilità
Giorgieness si “permette di essere umana” anche nella necessità di superare uno steccato mentale (quasi ideologico) che definisce il “falso mito della coerenza”. “Spesso si chiede ad un musicista di essere coerente, io credo che questo significhi una richiesta di immobilità. Se si racconta la propria vita attraverso la musica è impossibile evitare il cambiamento”. E il percorso discografico di Giorgieness è una testimonianza di questa necessaria evoluzione. Un processo in cui la rabbia si è trasformata in determinazione e consapevolezza. “Quando ho cominciato a fare il primo disco mi sono promessa di non realizzare mai un album uguale all’altro, altrimenti mi sentirei la caricatura di me stessa”.
Giorgieness, oltre che attraverso la musica, ha deciso anche di utilizzare i propri canali social per esporsi, toccando temi taboo per molti musicisti come il body shaming, l’omofobia ed il razzismo. “Sui social non si parte tutti da uno stesso punto. Chi è esposto deve valutare con maggiore attenzione le proprie parole. Personalmente ho scelto di fare un esame di coscienza per comprendere come avrei potuto cambiare la mia comunicazione in maniera più inclusiva”.
Ogni parola, ogni nota, ogni pensiero di Giorgieness è espressione di un frastuono interiore. “Se chiudo gli occhi il rumore mi fa pensare a quello che sentivo quando pensavo di non provare assolutamente niente. E questo niente in realtà era rumorosissimo”.