Gianna Fratta: l’Italia sta perdendo il proprio patrimonio musicale

Prima donna a dirigere la Berliner Symphoniker e prima italiana alla guida dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma. Un ruolo rivestito anche per alcune fra le più importanti orchestre del mondo come la Sinfonica di Macao, la Royal Academy di Londra,l’Orchestra Filarmonica di Montevideo, l’Orchestra del Teatro Nazionale di Belgrado, Maribor, Skopje, l’Orchestra Filarmonica Libanese.Una carriera pianistica che l’ha portata ad esibirsi in tutto il mondo: da Berlino a New York, da Tel Aviv a Seoul. E nel 2009 il titolo di Cavaliere della Repubblica. Gianna Fratta è una delle più importanti ambasciatrici della musica e della cultura italiana nel mondo. Un ruolo che la porta a confrontarsi quotidianamente con le criticità del nostro paese e con il rischio di una deriva intellettuale.

Gianna Fratta: in Italia la musica non ha mai avuto spazio nella formazione

Un deserto culturale. Un passato glorioso ed imponente che rischia di trasformarsi in macerie. Il genio creativo che a forza di appannarsi nella memoria assume le fattezze di uno spettro. La mancanza di una programmazione culturale in grado di far crescere il presente grazie al patrimonio del passato. Il giudizio sullo “stato dell’arte” di Gianna Fratta, una delle personalità musicali più importanti del nostro paese, è chirurgico ed impietoso. “La musica non ha mai avuto spazio nel processo di formazione ed educazione e questo ha come conseguenza la perdita di una grande fetta della nostra cultura. Questa assenza è cruciale nella scuola e nell’iter formativo generale: spesso la musica è considerata un patrimonio secondario, mentre si tratta di una forma d’arte altissima, che sottende tutte le altre”.

Gianna Fratta

E se le Istituzioni sono assenti, spetta ai protagonisti del settore di esporsi in prima linea. Un ruolo quasi pedagogico che appare necessario. Gianna Fratta durante il recente lockdown ha usato i suoi profili social per realizzare dirette storico-didattiche sul valore della musica classica e dell’Opera. Un esperimento che ha riscosso un successo clamoroso: ogni live-stream ha raccolto più di 1.000 partecipanti e i video on-line hanno superato le 15.000 visualizzazioni.

La percezione errata del musicista

Il vuoto scolastico-didattico nell’ambito musicale è conseguenza anche di un’idea superficiale del ruolo dei musicisti. “C’è una percezione errata del lavoro di musicista. Chi non opera in questo settore non può immaginare quanto sia duro l’iter che porta a suonare, dirigere, operare come tecnico – continua Gianna Fratta -. Io sono laureata in giurisprudenza e ritengo che studiare musica e composizione, ad esempio, sia molto più complesso rispetto a studiare diritto”. Per invertire questa rotta e creare un rilancio culturale nel quale la musica possa essere nuovamente protagonista sarebbe necessario azzerare pregiudizi e preconcetti. “Tutti i processi iniziano se ci sono le persone giuste. Bisognerebbe che i nostri legislatori e politici siano scelti fra persone sagge, in grado di capire che occorre fare una riforma seria, in grado di considerare la musica come un perno essenziale della nostra cultura”. Un processo sicuramente complesso e lungo, ma essenziale per evitare che il processo di desertificazione possa continuare ad avanzare e avvolga quello che siamo stati e quello che saremo.

Gianna Fratta

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