Laila Al Habash: il ritratto live della generazione Z

“Se un anno fa mi avessero chiesto di esprimere un desiderio sarebbe stato quello di festeggiare così il mio compleanno”. La mezzanotte dell’8 dicembre sul palcoscenico del Monk ha visto una doppia celebrazione per Laila Al Habash: quella personale, legata al suo ventitreesimo compleanno, e quella di un live sold-out per il suo album d’esordio, “Mystic Motel”.

Abbagli

Un sinuoso viaggio tra atmosfere indie-pop e urban, tra movenze e ritmi cadenzati che risentono dell’influenza del rap e della trap; la presenza sul medesimo palco di Coez, con cui l’artista ha duettato in “Sbronza”, una delle dodici tracce del suo primo disco, e una sala piena di giovani donne e uomini, intenti a cantare i testi delle sue canzoni.

Il ritratto di una generazione, la Z, che non ha paura di parlare di sentimenti ed emozioni, di raccontarsi e occupare lo spazio che le spetta di diritto, tra musica e ritmo, vivendo una vita che per lungo tempo gli è stata negata. Da “Abbagli” a “Brodo”, singoli che esprimono l’apparente semplicità dell’avere vent’anni, a “Complimenti”, che trasforma le insicurezze in una richiesta cantata e ballata di fronte a chi spesso non ascolta.

Si racconta traccia dopo traccia la giovane artista che per tutta la durata dello show ha parlato al suo pubblico, dando voce alle istanze di una generazione che non ha paura di essere. I brani, tutti urlati sotto al palco, diventano la narrazione dell’avere vent’anni, della voglia di emergere ed esseri visti, del bisogno di esprimersi e di farlo in maniera completa, attraverso voce, ma soprattutto corpo.

Oracolo

Accompagnata da Danila Guglielmi, alla batteria, e da Matilde Ferrari aka Plastica, alle tastiere, Laila Al Habash ha tenuto il palco con una sicurezza e un carisma che difficilmente si associano a chi ha appena compiuto ventitré anni, ma con la fame e la grinta di chi ha tutti gli strumenti per andare lontano.

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