Le Endrigo, dai palchi ad X Factor: un messaggio contro ogni discriminazione

Il cambio di un articolo nel nome che annuncia un approccio diverso alla musica e alla realtà. Un disco omonimo, pubblicato per Garrincha e Manita Dischi, che estremizza il lato schizofrenico della band. Canzoni dolorose e lancinanti, nelle quali non esiste alcuna cura agli effetti collaterali della vita. La partecipazione ad X Factor senza alterare un millimetro della propria immagine e della propria coerenza artistica. Le Endrigo – precedentemente conosciuti come Gli Endrigo – sono una delle band più schizofreniche della nostra scena musicale, un gruppo che senza soluzione di continuità passa da inni punk tossici a ballad sociali. E in questa intervista, realizzata 4 mesi fa, lanciano un messaggio contro ogni discriminazione.

Le Endrigo: la mia debolezza è uno stile di combattimento

Nessuna cura, nessuna conciliazione, nessuna pacificazione. Vite incendiate ed impegnate a far fronte a quegli “effetti collaterali che ci fottono”. Uomini divorati in guerra, sangue bevuto da una coppa sporca che diventa liquido infiammabile per appiccare incendi. E corpi, che si contorcono negli spasmi della dipendenza, che si gonfiano dell’acqua del mare, corpi incapaci di restare attaccati alle vite e nelle vite. Corpi che, assurdamente, diventano simboli di una potenza inesistente e presunta, come quella di chi ostenta “il cazzo enorme di chi suona”.

Le Endrigo

Tutte le umane debolezze che diventano uno stile di combattimento, una corazza al contrario che serve non a coprirsi, ma ad esternarsi al mondo. Per essere irrimediabilmente se stessi. E Le Endrigo sono stati se stessi/e anche sul palco iper-laccato e glamour di X Factor, rompendo il muro delle cover serializzate o degli inediti innocui e portando il loro disarmante umano disagio con un testo come “Cose più grandi di te” (“Mio padre non chiese, mi mise in mano un bastone e disse: ‘Da oggi bastonerai’. Mia madre, bocca piena, scoperta la mia prima sega, mi disse: ‘Da oggi comandi tu'”) e con una versione real-punk di “Lamette” della Rettore.

Le Endrigo ad X Factor – Lamette

Una sincerità cruda e senza compromessi che si è esternata anche nel cambio del nome e nel passaggio da “Gli Endrigo” a “Le Endrigo”, un “gesto minuscolo” con un valore simbolico enorme: “Un gesto piccolissimo con cui proviamo a veicolare un messaggio alternativo a quello discriminatorio, machista e predatorio che spesso il mondo della musica si trascina, quasi come una tradizione. Vogliamo combattere un certa identità patriarcale e sentiamo che non prendere posizione significa essere complici”. E “Gli Endrigo” spesso sono stati complici silenziosi di questa mentalità, ma ora hanno deciso di non chiudere più gli occhi e tapparsi le orecchie, ma di diventare piccola parte di un cambiamento non solo necessario, ma anche possibile. “Siamo noi a doverci rendere componente attiva di questo processo ad esempio non tacendo più quando vediamo colleghe escluse da spazi musicali per motivazioni non legate a componenti artistiche o quando siamo testimoni di atteggiamenti tossici. Tutte le volte che non abbiamo preso posizione siamo stati complici e il cambio di nome è innanzitutto un reminder a noi stessi, una traccia di quello che vogliamo rappresentare”.

Le Endrigo

Ed è questo lo scopo della musica “schizofrenica” de Le Endrigo: aprire le orecchie, le porte, le percezioni di chi l’ascolta. Distruggere ogni forma di preconcetto e pretesto. Senza essere concilianti, anche perché la conciliazione spesso può diventare auto-assoluzione dai propri sbagli. Un approccio quanto mai punk, che non pretende di distruggere la realtà, ma vuole raccontarla senza filtri, senza alcun “dispositivo di protezione”.

Altre storie
Fast Animals And Slow Kids: Come reagire al presente