Il ricordo di Lina Ben Mhenni, la voce della rivoluzione che nel 2011 ha messo fine al regime di Ben Ali
Lin Ben Mhenni: a portrait of a “tunisian girl”
Lina Ben Mhenni era una persona straordinaria: una mente lucida, brillante, empatica, colta, sensibile e lottatrice.
Una combattente inarrestabile. Un concentrato di coraggio e caparbietà.
Figlia di oppositori politici sotto la dittatura di Bourguiba, quando questo venne sostituito, grazie a un colpo di stato da Ben Ali. Lina non poteva che crescere come sua tenace oppositrice. Soffrendo di una malattia autoimmune ai reni, per Lina non era facile portare avanti il suo impegno. Il suo blog –Tunisian girl – era uno dei principali riferimenti per l’opposizione al regime di Ben Ali e Lina aveva la sfrontatezza e il coraggio di firmare i suoi post non con un nickname ma con il suo vero nome e cognome.

La cosa le è valsa la censura del regime, che le ha chiuso più volte il blog, la pagina Facebook e Twitter.
Ovviamente ad ogni censura riapriva altre pagine e un altro blog con lo stesso titolo. Caparbia e inarrestabile, appunto. Era fatta così, credeva nei suoi ideali fino al punto di non considerare le pericolose conseguenze delle sue parole che, sotto dittatura, erano molto serie.
Nel suo blog denunciava le torture del regime, le detenzioni illegali per reati di espressione, la corruzione, il nepotismo portato ai suoi estremi dalla famiglia allargata di Ben Ali che si impossessava, spesso illegalmente e senza ritegno, delle migliori terre, le migliori aziende e tutto ciò che poteva aumentare il suo patrimonio.

Un blog come strumento di lotta
Durante l’inizio della rivoluzione, fu l’unica blogger presente nelle regioni interne della Tunisia dove sono iniziate le manifestazioni anti-regime.
La repressione si accanì molto duramente su questi movimenti arrivando anche, negli ultimi giorni prima della caduta di Ben Ali, a usare dei cecchini, strategicamente piazzati sui tetti e sui minareti che dominavano le città, che sparavano sulla folla.
Lina riportava tutto sul suo blog: pubblicava le foto e i video delle manifestazioni, dei feriti e delle vittime, facendo da grande cassa di risonanza e stimolando la partecipazione attiva dei tunisini delle altre regioni contro la dittatura di Ben Ali.
I tunisini la seguirono in massa e da lì iniziò un grande effetto valanga che dopo pochi mesi travolse la dittatura.
In assenza di una stampa libera degna di questo nome, Lina offriva ai tunisini che rifiutavano le versioni della stampa di regime un’informazione libera, di prima mano, oggettiva e aggiornatissima.


Soffrendo di Lupus, nel 2007 le fu trapiantato un rene donato dalla madre.
Immediatamente dopo la caduta di Ben Ali, Lina fu nominata sottosegretario nel nuovo governo di transizione (si dimise dopo poco quando il nuovo governo provò, senza successo, a imbrigliare di nuovo l’informazione) e fu candidata al Nobel per la pace.
Lina non era solo una persona impegnata e appassionata, ma sapeva anche ridere e scherzare come tutti i ragazzi della sua età ed era un’inguaribile ottimista.
Lina è venuta a mancare ieri, a soli 36 anni.
Che la terra ti sia lieve tunisian girl.
Il ricordo di Lina è scritto da Nadim Ounali