Margherita Vicario con il nuovo singolo “Pincio” racconta una storia privata, intima e personale. Una storia che, grazie al video che accompagna la canzone, raccoglie anche frammenti di vita collettiva. Dal terrazzo del “Pincio” alle finestre e ai balconi di una Roma costretta a vivere in verticale, come un racconto di formazione individuale e plurale. Un percorso che scalino dopo scalino porta al calore di un abbraccio
“Pincio”: un romanzo di formazione in musica
Trecento scalini in salita di corsa. Passo dopo passo, anno dopo anno, sguardo dopo sguardo. Un percorso che parte dal passato, accompagna al presente e spalanca lo sguardo sulla terrazza di un futuro costruito attraverso immagini, suoni, odori, gusti. Emozioni. “Pincio”, il nuovo singolo di Margherita Vicario prodotto da Davide DADE Pavanello, è un romanzo di formazione in musica, il racconto intimo di una crescita fianco a fianco, di un rapporto di parentela che diventa una proiezione di vite incrociate. Il brano è dedicato alla cugina di Margherita, un’ostetrica considerata dall’artista come “una fonte di ispirazione continua”.
Un testo che ricorda il respiro malinconico e al tempo stesso ironico dei romanzi di Niccolò Ammaniti e custodisce immagini quasi da realismo magico: “streghe severe”, “gatti cisposi” e piantine che continuano a dare frutti senza curarsi del tempo che passa e ne attraversa la linfa. Il “Pincio” di Margherita Vicario è un luogo reale ed immaginario al tempo stesso. Uno sguardo verticale sull’orizzontalità delle vite e del tempo. Un passaggio attraverso le porte del tempo e dello spazio. La richiesta di un abbraccio che supera i limiti della fisica e della distanza.

Le nostre vita viste dal “Pincio”
E se “Pincio” racconta una storia intima e personale, il video che la accompagna è uno sguardo dall’alto sui tempi che viviamo. Un tentativo di abbattere le distanze fisiche, di entrare in contatto con quei balconi e quelle terrazze diventati uno spazio di respiro. Il regista Francesco Coppola ha raccontato per immagini la nostra quotidianità anormale, i nostri tentativi di aggrapparci, scalino dopo scalino, ad un’umanità che rischia di restare rinchiusa fra quattro mura. Un contributo alle immagini è stato fornito anche dal padre di Margherita, il regista Francesco Vicario e dalla fotografa milanese Anna Adamo.
Nel video le immagini delle case, dei balconi, sono accompagnate da un ballo di Margherita, una danza senza freni e schemi, quasi ad esorcizzare tutte le paure, a superarle come quei trecento gradini che portano al Pincio.
Uno “sguardo di sguincio” che si abbandona alla speranza e alla necessità di un abbraccio