Maru: meglio stare zitta che chiedere scusa

Una ricerca sonora in continuo divenire, un flusso di parole che cercano strada attraverso il caos. Maru con Toi, per Bravo Dischi, realizza un disco che rappresenta un grido di libertà di chi usa la leggerezza di atmosfere electro-pop per “martellare fortissimo”

Maru: la necessità di esplodere per non farsi male

“Free trial” che diventano il test di un amore (a scadenza?), “Elastici” che frustano ogni etichetta e riescono a tener stretta in un’unica forma le cose da preservare, “Tende” come case provvisorie che diventano fotogrammi indelebili. Il gelo dell’Antartide come rifugio nel quale scavare un fioco fuoco ristoratore. Immagini impossibili da cancellare con un semplice “CTRL+Z”, suoni che esplodono nell’urgenza di contrastare il silenzio. “Toi”, l’ultimo disco di Maru, è un’agenda di rumori, sbagli, consapevolezza. Un antidoto contro quelle parole che restano in gola per timore e paura.

Maru – Zitta

“Ci vogliono più muscoli a restare che ad andarsene” diceva la poetessa Andrea Gibson, ma allo stesso modo ci vogliono più muscoli a star zitt* che ad esplodere. E Maru usa tutti i suoi muscoli per raccontare se stessa, la sua musica, la sua lotta contro il silenzio. “Io non riesco a non esplodere, nessuno dovrebbe farlo – ci racconta -. Perché stare zitti è un’implosione e fa male. La parola zitta è molto importante ed è ridondante in tutto il mio percorso, perché a volte credo che tirare fuori le cose sia talmente tanto difficile che mi chiedo quanto ne valga la pena. A volte devo scusarmi per le cose che non dico a me stessa”.

La musica: un gioco serissimo

Toi come un finto giocattolo al quale è stata sostituita la lettera finale. Toi come uno scherzo serissimo. Un titolo che rappresenta la volontà di vivere gli errori con leggerezza, accettarli e accettarsi in ogni sfaccettatura. “Ho avuto il mito di diventare musicista, la musica deve essere tutta la mia vita, mi sono presa tanto sul serio e ho preso tante batoste – dice Maru -. Mi sono presa talmente tanto sul serio che la musica mi ha fatto soffrire più di qualsiasi relazione, quindi è arrivata la necessità di essere meno seriosa. Volevo godermi molto di più le cose e ho iniziato a scrivere brani più pop. In realtà ho utilizzato armonie più fresche per dire cose pesantissime e martellare fortissimo”.

Maru – Toi

Un martellamento che scuote l’ascoltatore e che diventa terapia per Maru: “Scrivere canzoni, per me, è una sorta di analisi, parlo di me attraverso la scritture e la ricerca delle parole”.

Parole che diventano un antidoto contro la banalità. Un urlo contro il silenzio. Una voce che non riesce a stare zitta.

Altre storie
Romics – Il volto del fumetto e degli anime