Meg: un live ancestrale che racconta il nostro fuoco

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Il 16 marzo il tour Vesuvia di Meg è approdato a Roma a. Un live poliedrico e ribollente di novità, sicuramente mai uguale a se stesso. Il live al Monk ha visto la partecipazione di Marco Fugazza alla tastiera, del coro delle Mani Avanti e dei ballerini protagonisti del videoclip di Distante.

La voce di Vesuvia


La voce di Meg vive di vita propria, si imbriglia tra i rami, tra l’edera e le colombe. Compie dei viaggi interstellari immensi, da Napoli fino ai meandri della psiche. È una poesia quasi ancestrale, che tratta la fenomenologia delle emozioni allo stesso modo di Saffo, Saffo che incontra l’elettronica. Lessemi semplici, quasi scontati, ma evocativi, in grado di provocare terremoti.


Il live al Monk è stato una festa in grande, un baccanale, nel quale Marco Fugazzi alla tastiera, ha dato quell’apporto necessario a rendere coesa la narrazione e a far sì che l’atmosfera si riscaldasse, come in ogni baccanale che si rispetti. L’entrata in scena di Meg non è stata spettacolare, quasi non la si riconosceva nascosta sotto un grande mantello e con il cappuccio tirato giù fino al naso. Ma poi il mantello è caduto e con lui è crollato il sipario.

Meg si è mostrata senza artifici, la sua voce l’ha preceduta, la sua commozione l’ha resa più che mai umana. Così ha messo in atto uno dei gesti di altruismo più grandi che un artista possa fare, donando interamente se stessa al pubblico. Ci ha preso per mano e ci ha accompagnati sul sentiero della foresta, restando sempre al nostro fianco, non un passo in più o in meno.

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