Mille, La vita le cose

Dopo “Animali” ecco il secondo singolo di Mille: “La vita Le cose”. La seconda puntata di un racconto che va dal generale allo specifico, un singolo che profuma di malinconia ed essenzialità, di prospettive e promesse

Mille e la vita

Sentire, che strana parola. Riguarda le orecchie e gli occhi, coinvolge gli spazi e il naso. Sentire è diverso dal percepire.
E noi abbiamo avuto la fortuna di sentire in anteprima il brano “La vita e le cose” direttamente dalla mano di Elisa.
Davanti allo specchio di uno dei nostri luoghi del cuore, Mademoiselle Vintage Shop, con il telefonino in mano, le spalle strette dalla timidezza e lo sguardo un po’ impaurito di chi sta regalando un pezzo importante della propria intimità.
Così Elisa Pucci, in arte Mille, ha avviato “La vita le cose” con il play del suo smartphone: una canzone che ci ha regalato, al primo ascolto, una fotografia definita: “La vita le cose” siamo noi a casa, la fotografia dei nostri giorni affannati che si risolvono nella semplicità dei gesti d’amore.

La vita le cose artwork

Mille e le cose

Intervistare Mille è stata una chiacchierata con un’amica incontrata dopo il lockdown. Ci ha regalato un lungo spazio di racconto e di scambio nel nostro quartiere d’adozione (n.d.r. Pigneto-Roma) tra ricerche enogastronomiche e riferimenti familiari, mentre stavamo sperimentando “le cose” che ci stavano facendo sentire a casa.
“È bastata una casa e un’altra città”. In quello spazio così necessario per chi lo abita e così difficile da riconoscere come “cosa” necessaria alla vita abbiamo ritrovato i versi della sua canzone fra una poltrona di vimini, le voci del mercato rionale e i passanti incuriositi dalla telecamera e dalla sua chioma rossa.
Sentirsi a casa, stare a casa e abitare la casa con la semplicità dei gesti ripetuti, le domande inutili e quelle superfici tranquillizzanti che si posizionano a codificare e rincuorare le complesse domande a cui, forse, non è necessario rispondere se non con un supplì o un caffè lungo quattro ore.

E credo che non avremmo la possibilità di sentire, nel senso più letterale del termine un brano in maniera così esclusiva.

Mille
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