E’ arrivato questo mese in Italia su TimVision “Mrs America”, il capolavoro scritto da Dahvi Waller e diretto dalla poliedrica attrice protagonista Cate Blanchett. Nove puntate per ripercorrere la storia dell’ERA (Equal Rights Amendment) e la storia della seconda ondata del femminismo. Un progetto che unisce qualità storiografica, partecipazione e umanità.
Mrs America: revolutions are messy
La serie “Mrs America” è una perla femminista creata e diretta da donne e che si è guadagnata ben quattro nomination agli Emmy Awards. Quando nel non così lontano 1971 il Senato degli Stati Uniti approvò una legge di uguaglianza tra uomini e donne che sarebbe entrata in vigore solo alla ratifica da parte di 38 Stati, non pensava certo di trovarsi davanti una persona così folle da contrastarlo. La carismatica protagonista, Phyllis Schlafly, decise di guidare il movimento anti-femminista e conservatore delle casalinghe americane che si oppose alla ratifica della legge.
Le sue peripezie in difesa della famiglia e della maternità la porteranno a incontrare nomi celebri della storia del femminismo. Da Gloria Steinem (volto pubblico dell’attivismo femminista) a Bella Abzug (avvocata e attivista leader del movimento). Da Shirley Chisholm (la prima donna afroamericana eletta al parlamento americano) a Betty Friedan (autrice del libro culto “La mistica della femminilità”).
Le ambientazioni famigliari, gli abiti color pastello, le abitudini e le tecnologie rimandano a un’America degli anni ’70 che sta per assumere quella spaccatura profonda che ancora adesso risulta insanabile.
Phyllis è una donna intelligente, volitiva e forte. E’ diplomatica e ha doti di ottima oratrice, ha una vita piena di passioni e interessi e ama suo marito e i suoi figli.
Quella che a prima vista sembra la biografia di Phyllis Schlafly è in realtà un contributo all’indagine e alla comprensione delle innumerevoli sfaccettature della femminilità e del significato di essere una donna in un mondo in costante mutamento (ma sempre avverso).
“Women are like teabags, you don’t know their strength until they get in the hot water”
Con questa citazione un po’ british Phyllis apre uno dei numerosi comizi elettorali. Vi aspettavate che fosse stata una femminista come Gloria Steinem ad averla pronunciata, vero?
E’ qui che l’interpretazione di Cate Blanchett mira a confondere dandoci la preziosissima possibilità di rimescolare le carte di ciò che conosciamo. Nella lotta tra buoni e cattivi, tra avversari e difensori del patriarcato, tra progresso e conservatorismo, le prospettive si fondono.
L’intento non è quello di riconsegnare una versione diversa della storia ma quello di riproporre, al di fuori della sua narrazione standard, il profilo di un personaggio storico di rilievo nella sopravvivenza del movimento femminista seppur in una veste da antagonista.
La creatrice Dahvi Waller ammette che “se vogliamo capire perché in questo Paese rimane indomito l’impeto reazionario, dobbiamo chiederci perché leader come Phyllis Schlafly hanno tanto seguito”.
Waller sceglie di usare gli esatti dialoghi del repertorio dei dibattiti politici televisivi degli anni ’70 e ci costringe ad andare contro il fastidio delle costanti affermazioni e situazioni sessiste di cui la serie è costellata, dei ruoli predefiniti, della violenza patriarcale fino a provare empatia per Phyllis, fino a capire cosa prova una donna che si sente minacciata dalla libertà degli altri.
Liberation is in the home
Nella guerra al grido di “Stop ERA” scendono in campo i metodi che conosciamo e vediamo ancora oggi: manifestazioni, marce, fake news, mistificazioni, screditamento pubblico, sensazionalismo. Tutto serve pur di portare avanti un fronte anti-femminista, anti-gay, anti-choice e pro-life.
Al fianco del suo braccio destro Alice Macray, interpretata dalla fantastica Sarah Paulson, Phyllis controbatte al fronte progressista con la stesse intensità, passione, determinazione, premeditazione e strategia politica. Phyllis Schlafly era un politico che ha saputo convogliare un sentire comune trasformandolo in un’azione di pressione politica senza precedenti. E ha la grinta di una femminista.
La serie conferma quanto la mentalità patriarcale si innesti in modo del tutto trasversale alla società. Questo articolo vede la luce all’indomani della notizia della possibile nomina di Amy Coney Barrett alla corte suprema degli Stati Uniti in successione a Ruth Bader Ginsburg. L’Equal Rights Amendment è stato ratificato nel 38esimo stato (l’ultimo necessario perché diventi legge) solo nel gennaio 2020.
Mrs Amedrica ci ricorda che i diritti sono sempre in pericolo. E che a volte è necessario camminare nelle scarpe del nemico per capirne la mente e combatterlo.