Il maestro (non) è andato via

Un canto che attraversa la memoria, un’elegia in siciliano che scuote l’Arena di Verona. Carmen Consoli in occasione dei 25 anni di “Mediamente Isterica” celebrati all’Arena di Verona, ha ospitato sul palco Levante, Colapesce, Di Martino, Tosca e Mario Venuti, per una cover strappaossa di “Stranizza d’amuri” del Maestro Franco Battiato

Carmen Consoli: quella “stranizza d’amuri” che continua a scuoterci

L’amore che attraversa lo spazio, che viaggia lento nel tempo. Che scuote e fa tremare, che non ha paura di manifestarsi all’improvviso affrontando guerre e annaffiando deserti.

Un amore che si manifesta attraverso la sua “stranizza”, il suo essere inopportuno nella scelta delle occasioni e dei luoghi.

Un amore che dai valloni siciliani offesi dalla guerra si presenta fragile eppur fortissimo all’Arena di Verona.

“Stranizza d’amuri” è una delle canzoni più inusuali di Frano Battiato, un brano nel quale la meraviglia e lo stupore improvviso prendono il posto della desolazione.

E Carmen Consoli, in occasione dei 25 anni di “Mediamente Isterica celebrati all’Arena di Verona, ha scelto di ricordare il Maestro con una cover di questa canzone accompagnata sul palco da Levante, Colapesce, Di Martino, Tosca e Mario Venuti.

Un canto individuale di “resistenza” emozionale che, in questa versione, si trasforma in un’ode collettiva all’amore. Una scossa nel cuore in grado di superare la morte e la guerra. Una “stranizza d’amuri” che diventa un soffio di liberazione, l’affermazione di una presenza incorporea in grado di scuotere le ossa e far tremare tutto il corpo. Una “scossa” che ridisegna ogni prospettiva e ogni traiettoria, attraversando in un soffio lo spazio che separa la Sicilia dall’Arena di Verona. E annullando ogni distanza e ogni guerra, personale o collettiva.

Video di Annalisa Fusco

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