Studio33 di Enzo Abbate e Raffaele Costantino, è un concetto difficile da spiegare con termini banali. Un laboratorio creativo, uno spazio di contaminazione e formazione, di confronto e sperimentazione, scambio e contemplazione. Questo è un luogo che vuole vitalità, pretende purezza, esige rispetto per il Suono, con la lettera maiuscola. È un atto di ribellione all’abitudine degli AirPods e di YouTube, per tornare all’origine dell’espressione musicale più autentica.
“Music is an event, not the wallpaper” sostiene Jonathan Weiss, fondatore della casa americana di supporti musicali OMA (Oswalds Mill Audio). La musica è un evento da vivere, non un ornamento che abbellisce la vita quotidiana come fosse carta da parati. E con questo assunto, forte e coraggioso, sfrontato e vero, Enzo e Raffaele hanno dato vita a un progetto dall’impronta internazionale, del tutto nuovo nel panorama romano e italiano. Siamo nel cuore di Trastevere, lungo quella via della Paglia che profuma di edera e i sanpietrini dettano l’antico percorso, poi due scalini al civico 33A sollevano una porta che apre al mondo del suono riprodotto.
Il suono sporco e perfetto di un giradischi vintage
Il suono dunque, è protagonista dello spazio immaginato da Abbate e Costantino. Un suono autentico, sporco e perfetto, che vive le viscere di un quartiere romano altrettanto grezzo e affascinante. Il suono di Studio33 viaggia su binari che ne sostengono lo spessore. Supporti che fanno da lente di ingrandimento sull’incisione, restituendo fedelmente il lavoro degli artigiani musicisti. Non è facile spiegare l’anima poliedrica di questo spazio. Una stanza che, girando l’angolo, si trasforma in studio di registrazione. Che d’impatto somiglia ad un piccolo museo di oggetti di design dell’arte moderna musicale ma a guardar bene nasconde un’anima trasformativa, passionale, potente e travolgente.
Uno spazio che fu studio fotografico, oggi riprogettato dall’interior design Ana Gugić per ospitare in esclusiva europea i capolavori firmati Oswalds Mill Audio (OMA), diffusori sonori a metà tra attrezzatura musicale, arte e design d’avanguardia. Qui si respirano gli anni della seconda metà del Novecento, del fermento culturale e della generazione Beat. Tutto in questa camera del suono che fa da grande amplificatore agli oltre 5000 vinili perfettamente allineati a disegnarne il perimetro. Pronti per essere ascoltati sul piatto, l’asta scente, la punta tocca il disco cercando la traccia. Eccola, comincia la melodia.
L’intuizione in una mattina qualunque
Novità assoluta dunque, natura ibrida ed evanescente e, viene da dire, un’ottimistica fiducia nel settore musicale e culturale, oggi tra i più colpiti dalla crisi. La domanda sorge spontanea: come vi è venuto in mente di fare questa pazzia? E altrettanto spontanea arriva la risposta di Enzo Abbate, pubblicitario di professione, audiofilo per passione. “Studio33 nasce sicuramente da un’intuizione – spiega – di quelle, sai quando ti svegli la mattina presto e dici: oddio, devo fare una cosa!”.
La musica è sempre stata uno stream parallelo nella vita di Abbate, da quando appena diciottenne cominciava a frequentare le radio. Le stesse dove ha incontrato Raffaele Costantino, “l’altra testa di Studio33”, giornalista, conduttore radiofonico e musicista. “Ecco, una mattina – continua Abbate – mi sono svegliato e ho mandato un messaggio a Lele, il mio partner in crime, e gli ho detto: ma perché non mettiamo a valore tutti gli spunti musicali che abbiamo condiviso io e te negli ultimi vent’anni?”. Costantino, professionista della musica, coglie subito la suggestione e pian piano l’intuizione comincia a prendere la forma di un’idea e poi di un progetto che includeva musica, expertise e l’amore spassionato per i supporti di riproduzione del suono.
E quei club dove accadevano cose…
Dietro a quell’intuizione c’era una memoria, riconosce Abbate, un ricordo che richiamava i vecchi club romani, “quelli dei nostri genitori, una roba privata, semplice, dove dentro avvenivano cose meravigliose e imprevedibili”. Ma c’è stata anche l’influenza dei listening clubs scoperti a Londra come lo Spiritland e il Brilliant Corners, il Public Records a Brooklyn e quelli coreani come il Camerata Bar; locali concepiti con l’unico ed esclusivo scopo dell’ascolto della musica su diversi supporti. “Quindi esiste una scena nel mondo, dove gli spazi possono essere pensati per riprodurre musica – spiega Abbate – e bada bene, non spazi per concerti come si potrebbe comunemente pensare o club dove si balla. Nessuna di queste cose, parliamo di spazi dove si vive la musica che viene riprodotta in una qualità assoluta e che allo stesso tempo ispira la creatività”. In Giappone per esempio, i jazz kissa (jazz club in giapponese) esistono dalla seconda guerra mondiale e sono locali piccolissimi allestiti con il massimo della qualità sonora e grandissime collezioni di vinili. Vai a farti un drink e a suonare un vinile jazz pazzesco su un impianto vintage.
L’anima poliedrica di Studio33
Ebbene, cosa si fa all’interno di Studio33? Cosa succede in questo magico contenitore di energia, competenza e passione musicale? Succede l’incontro. Enzo e Raffaele hanno voluto costruire un catalizzatore di esperienze e servizi rivolti ad amanti, appassionati e professionisti della musica. Ma anche ai semplici curiosi di quella linea sussultoria e vitale che è il suono riprodotto. Il punto di partenza per i due, era chiaro: valorizzare la musica in termini di ascolto attraverso tutti i supporti esistenti, dal vinile alla musica digitale fino alle bobine, “nello studio abbiamo anche un lettore a bobine con i vecchi nastri acustici”, ammette con orgoglio e un pizzico di gelosia audiofila, Abbate. Ma Studio33 si propone anche come studio di consulenza nel settore audio, mettendo a disposizione know how e strumenti di lavoro d’eccellenza, oltre alla produzione musicale. Lo spazio-concept di via della Paglia è sede dello studio di registrazione che produce per l’etichetta discografica Hyperjazz Records di Raffaele Costantino. “Con questa etichetta ospitiamo artisti per produrli, pubblicandoli con il nome Hyperjazz e Studio33”, afferma Abbate.
Torneremo agli eventi
E in futuro? Tre proiezioni sono già sul tavolo di lavoro di Abbate e Costantini. Gli eventi sicuramente, legati alla musica e tarati per questo tipo di spazio dove sperimentare le più diverse forme di ascolto. Già quest’anno era prevista una line up estremamente interessante con ospiti di fama internazionale. È tutto solo rimandato. “Vogliamo poi ospitare presentazioni culturali in collaborazione con diversi soggetti della città, che sia la Casa del jazz o una pubblica amministrazione che vuole lanciare un progetto legato alla musica”. Infine la formazione, tra i progetti di Enzo e Raffaele c’è quello di erogare corsi di formazione legati al management aziendale del settore musicale.
Uno spazio-concept speciale, quello di Studio33, sorto dalle preziose ceneri di uno degli studi fotografici più in voga nella Roma degli anni 80 e 90. Un luogo magico che oggi si propone come think-tank creativo musicale a tutto tondo. Produzione musicale e audio-video, hi-end listening experience, etichetta discografica, centro di presentazione di progetti d’avanguardia ispirati dalla musica e nucleo di formazione.
Quando la musica è esplosione di energia
Nel cuore di Trastevere c’è un mondo fatto di musica s’intende, ma anche di esperienze, energia, arte e design, produzione e riproduzione, bellezza e scambio. La visione di Enzo Abbate e Raffaele Costantino era quella di dare un indirizzo al mash up musicale e culturale. Qualcosa che si traducesse in un brano jazz riprodotto sul piatto, in un video proiettato sulla parete e poi, perché no, in un dibattito incorniciato dall’ultima uscita letteraria. Un nucleo di energia pura, così lo hanno immaginato e realizzato i due avventurieri del sound check, una “Musical Supernova” che come la stella “esplode e caccia una marea di energia”.
Studio33: una Musical Supernova a Trastevere