#suonateacasa, il primo Phone Festival Italiano, ospita Ivan Talarico, che ci regala una versione intima, chitarra e voce, della sua “Eppure noi viviamo ancora”
#suonateacasa: “Eppure noi viviamo ancora”
“Di come uscimmo fuori dal disastro non ricordo nulla”. Un incipit lirico potente, una poetica fuori da ogni schema, libera da ogni vincolo. Ivan Talarico rifugge da ogni semplice definizione e il suo amore per i paradossi si trasforma in una lente di ingrandimento per decifrare una realtà spesso fuori da ogni logica. Il cantautore e poeta ha regalato al nostro Festival una versione nuda, chitarra e voce, della sua “Eppure noi viviamo ancora”, una delle perle del suo primo disco “Un elefante nella stanza”.
E in un momento in cui tutte le domande che ci facciamo rischiano di sollevare silenzio, occorre trovare consapevolezza della nostra umanità. Il testo di Ivan, in questo senso, è un augurio e un caldo abbraccio:”
“Le domande non servono a dare risposte,
danno solo un momentaneo sollievo a chi le ha poste.
Dobbiamo camminare sul filo
per cadere bene.
Dobbiamo vedere il sangue
Per capire le vene.
Eppure noi viviamo ancora”.
Un invito a tenerci stretti a noi stessi perché “siamo l’ultima nostra illusione”.