Willie Peyote & Savana Funk: live per rompere il silenzio

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Il 30 Marzo il Monk ha ospitato la data romana del collettivo sperimentale formato da Willie Peyote e i Savana Funk. Aldo Betto (chitarra), Youssef Ait Bouazza (batteria) e Blake C. S. Franchetto (basso) Nicola Peruch (tastiere), si sono contesi il palco con il cantante torinese, eseguendo il meglio del loro repertorio.

Un live per il pubblico

La musica di Willie Peyote e Savana Funk ha uno scopo ben preciso: rompere il silenzio. Un uso costruttivo di sound e parole che rende lo spettatore partecipe di ciò che sta avvenendo nel mondo, invitandolo a non voltarsi dall’altra parte, a guardare in faccia il nemico.

In questo contesto la scrittura ironica, a tratti strafottente di Willie Peyote svolge un ruolo primario.
Emblematica è stata sicuramente l’esibizione della cover del Bombarolo di De André (che Willie Peyote ha già inciso nel 2019 per Faber Nostrum), ma non sono stati da meno gli inediti suonati per la prima volta in assoluto durante il concerto al Monk.

Melodie funk, afrobeat e irriverenti. La leggerezza musicale e l’accesa critica sociale possono coesistere, in quanto figlie di una stessa matrice: l’amore verso il prossimo. Ed è proprio quest’ultimo ad accomunare l’arte di Willie Peyote a quella dei Savana Funk. L’atto stesso di mettere su un concerto prevede dentro di sé uno slancio verso l’altro, verso il pubblico. Prevede una certa dose di adrenalina e un insito desiderio di far ballare, ma anche di smuovere coscienze. È questo quello che succede quando il groove anni ’70 incontra la scena rap torinese. Un concerto esplosivo fatto di assoli di chitarra che si insinuano nelle vene, balli scatenati ed una dirompente voglia di vivere. Così
la musica, e non la moda o l’ego dell’artista, torna ad essere protagonista assoluta dello spettacolo.

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