Sì, è questo il nome del nostro giornale.
Ci sono voluti anni di tentativi, slanci, riflessioni, e anche qualche fallimento, prima di capire davvero quale fosse il nome giusto. Un nome che potesse contenere, senza comprimerla, l’anima del nostro progetto editoriale.
Non volevamo un giornale che trattasse l’arte come un prodotto da recensire.
Volevamo uno spazio dove raccontare la complessità e la stratificazione del pensiero che abita ogni brano musicale, ogni riff, ogni passaggio di note. Un luogo dove smettere di ridurre l’arte a promozione o marketing, e iniziare finalmente a parlarne come di un atto umano e politico.
Volevamo descrivere quel momento preciso in cui la performance smette di essere idea e diventa emozione: quando tutte le luci si spengono, il pubblico trattiene il fiato, e l’artista sale l’ultimo gradino verso il palco.
È lì che l’“io” si dissolve e si fa “noi”.
Un “noi” plurale, ma infinitamente singolare.
Volevamo costruire un giornale dove la dignità del lavoro artistico non dipendesse dalla sua vendibilità.
Per questo non ci interessano le critiche musicali né quelle d’arte. Non ci interessano i live da promuovere, i tour interrotti, le uscite settimanali studiate per affollare le playlist del venerdì notte.
Volevamo, e vogliamo ancora oggi, essere giornalistə che raccontano i fatti.
I fatti che ci commuovono, che ci sorprendono, che ci fanno arrabbiare, che ci fanno innamorare.
I fatti artistici. Quelli che si incontrano in un concerto, in una pièce teatrale, di fronte a un’opera pittorica, a una fotografia, ad un murales o nel museo più prestigioso ed esclusivo.
I fatti che disturbano, che svegliano, che ci ricordano che il corpo è un luogo dove l’emozione può finalmente diventare atto.
L’emozione che risveglia: per noi, questo è il rumore.
Quel brivido che avevamo messo a tacere e che all’improvviso riaffiora.
Quel colpo secco che ti fa emergere da un pensiero pesante.
Il rumore, declinato al plurale, pe noi, è la vita stessa.
È quella vita che vogliamo raccontarvi.
Ed è per questo che ci chiamiamo Pinknoises.
Un mare di rumori rosa che ci ricorda, ogni volta, che siamo vivə.
Questo giornale è il luogo che abbiamo costruito con infinito amore.
Lo abbiamo fatto anni fa, e oggi cambiamo abito.
Ma sappiamo, con certezza, che per noi il rumore resta il fatto più interessante della vita.
Speriamo di piacervi anche così.
Con infinito amore,
Pinknoises.it
