Un tour mondiale per far “sentire” i suoni, gli odori, i colori e i silenzi della sua Sicilia. Carmen Consoli con “Terra Ca Nun Senti” ha voluto raccontarsi e lo ha fatto raccontando le sue radici geografiche, fisiche, musicali, umane.
Da Rosa Balestrieri a Franco Battiato
“Terra ca nun senti, ca nun voi capiri. Ca nun dici nenti vidennumi muriri”. Sguardi muti e suoni che rimbalzano sugli occhi, destini fermi dalla nascita, parole di sangue. Rosa Balestrieri ha cantato con rabbia, dolore e tenerezza la sua Sicilia, quella terra al tempo stesso in grado di lasciare a bocca aperta per la meraviglia e l’orrore, per i suoni muti e i silenzi urlanti. E Carmen Consoli, ha deciso di usare uno dei brani più famosi della cantautrice siciliana per intitolare il suo ultimo tour mondiale, che si è concluso al Teatro Romano di Ostia Antica.
“Terra ca nun senti” è un viaggio nel cuore della cultura siciliana, nelle “stranizze d’amuri” e nelle urla di chi ha deciso di sradicare il male di questa terra. Un viaggio nel quale la stessa Carmen è passeggero e Caronte, guida e spettatrice incantata. Nel live si incastrano melodie del cantautorato tradizionale isolano e brani della stessa autrice che acquisiscono una luce nuova, quasi arabeggiante. Il concerto è l’occasione per Carmen di guardarsi allo specchio, di ricordare come le proprie fattezze abbiano i contorni della Trinacria e di proiettarsi verso il futuro non scordando il bagaglio del proprio passato.
“Terra ca nun senti” è anche l’invito a spalancare le orecchie, alzare le serrande dagli occhi ed aprire la propria anima per rendersi parte di un cambiamento attivo, in prima persona. Per trasformare luoghi e anime che per lungo tempo sono stati costretti al silenzio in scrigni che raccontano la ricchezza del proprio essere. Come una febbre che entra nelle ossa e trasforma il corpo, lo costringe a riflettere su se stesso e lo fa diventare una meravigliosa “stranizza d’amuri”.