Offlaga Disco Pax Live: prove tecniche di trasmissione

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“Socialismo Tascabile” degli Offlaga Disco Pax compie venti anni e il tour che lo riporta sui palchi d’Italia passa anche per il Monk di Roma. Il tour ha registrato un sold-out immediato ovunque e ha aggiunto anche la data del MI AMI 2025 a Milano. 

Le “prove tecniche di trasmissione” immesse nell’etere in quello stranamente lontano 2005 hanno viaggiato incessantemente fino a riallinearsi sul palco. Max Collini alla voce e Daniele Carretti al basso hanno voluto rendere omaggio a quell’invio spaziale avviato con il compagno Enrico Fontanelli, scomparso nel 2014.Come un’eredità preziosa custodita gelosamente e finalmente elargita con generosità, ecco che la band si accompagna al polistrumentista Mattia Ferrarini per ricreare dal vivo la Piccola Pietroburgo dei nostri sogni. 

Il live inizia con Kappler, il faccia a faccia generazionale di uno studente ribelle e di un professore della vecchia guardia. Le ideologie corrono e si delineano nelle azioni quotidiane a colpi di compiti in classe, promozioni e pensionamenti non goduti. Un’ulteriore conferma di quanto l’elemento politico pervada e guidi ogni scelta del quotidiano. Torna in mente l’ambiente universitario della Bologna conosciuta tramite i disegni di Andrea Pazienza ma senza l’ “amatemi”finale urlato da Claudio Santamaria. 

La band, che si definisce un collettivo neo-sensibilista contrario alle dittature dei sentimenti, usa quei sentimenti per definire spazi concentrici e ossessivi sempre in bilico tra l’espansione e l’intimità. 

“Sensibile” è una montagna russa che corre dal personale e privato al collettivo e politico senza cinture di sicurezza. Francesca Mambro definisce il suo compagno di vita l’uomo più sensibile che abbia mai conosciuto vomitando così tutta la facilità con cui relativismo etico e mistificazione storica possono entrare nelle nostre vite. Giusva era un uomo sensibile, più o meno come un picchiatore fascio con un tatuaggio di Che Guevara. 
 

L’amore da questo lato, invece, prende le sembianze di Ylenia e si declina seguendo riferimenti ideologici. La danza tra il personale e il politico continua facendo esplodere miliardi di mondi interiori che si intrecciano e si confrontanoe generano dubbi. Sì, anche quelli sul socialismo. 

 
Avevo immaginato quel momento 

Per un’intera Rivoluzione d’Ottobre 

Stavo per fare l’amore 

Con la mia Rosa Luxembourg 

Ed ero nervoso, contento 

Il cuore a mille come a Stalingrado 

 
Si passa a Tatranky, il marchio del più famoso wafer cecoslovacco introdotto nel Paese nel 1945, simbolo di un’epoca e di un luogo. Nella forsennata ricerca delle ragioni di una fine, si torna sul luogo del delitto e si osserva al microscopio ogni presagio di sconfitta. 
 
Cerco le tracce dell’immobilismo del regime 
ma vedo solo le ferite della modernità occidentale 
e nessuna testimonianza degli errori, 
degli orrori 
e delle ingenuità marxiste 
si esprime ai miei occhi 

I Tatranky li produce la Danone.  
Sì, Max, ci hanno davvero preso tutto! 



Sulla cartina del mondo il dito si ferma su Cavriago, in provincia di Reggia Emilia, dove esiste ancora Piazza Lenin con un suo busto fuso nel 1920. Una Piccola Pietroburgo che collega tempo e spazio e si moltiplica per proteggere la scintilla che sembrava perduto per sempre. 

Il live termina con Robespierre, un salto indietro negli anni ‘70 della provincia emiliana quando il socialismo era in espansione. Un fiume in piena di ricordi, simboli, situazioni e riferimenti culturali: Via Stalingrado, i Van Halen, Anna Oxa vestita da punk londinese e la DC che prendeva il 6%. 

Palchi e ripetitori, altari laici con scatole di Tatranky, Tobleroni e un DVD di Zora la vampira, orecchie tese e fiducia incrollabile in attesa delsegnale. Come satelliti sognanti in attesa di un ritorno, ci siamo emozionat* a immergerci in un incontro umano e musicale tanto atteso. 
Max, Daniele, Mattia, eravamo tutt* emozionat* fradici quella sera e sappiamo che lo eravateanche voi. 

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