Una rotta che attraversa la cura e la bellezza, un’isola che c’è ed è pronta ad abbracciare chiunque si voglia tuffare in sogni trasparenti e puri come l’acqua. BalenAlbina, il nuovo laboratorio/galleria d’arte creato da Mariagiulia Colace, è un (non) luogo, l’immaginazione che prende vita ed è pronta ad attraversarci e stingerci. Un’idea resistente, proprio così come deve essere l’arte.
L’incanto di Migaloo
Un esemplare unico, il simbolo che l’incanto spesso supera ogni logica umana e ogni confine razionale. Migaloo è l’unica balena interamente bianca al mondo. La sua esistenza è quasi una sfida a ogni regola, a tutti i limiti tracciati dalla scienza, dalla razionalità, dall’immaginazione. E seguendo questa unicità, questo simbolo di resistenza agli eventi e ai calcoli, agli studi e alla statistica, Mariagiulia Colace ha deciso di inaugurare BalenAlbina, un laboratorio artistico, un luogo di condivisione, una galleria d’arte che supera l’idea del “salotto” e scende in strada, attraversa le vite, spalanca gli orizzonti.

BalenAlbina è un luogo di creazione e condivisione, un’isola dove sperimentare oltre le logiche commerciali, un’idea di superamento di un’estetica troppo spesso standardizzata. Da spazio di lavoro personale di Mariagiulia Colace, BalenAlbina diventa una rotta che incrocia artisti, appassionati, curiosi. Esseri umani in perenne movimento e alla perenne ricerca di un’idea di bellezza pura, scevra da sovrastrutture.

BalenaAlbina ospiterà mostre di artisti affermati, workshop di scrittura, di rilegatura, di fotografia, di grafica, di narrazione giornalistica. Fra le presentazioni, venerdì 17 (perché le balene non temono la scaramanzia…) ci sarà quella di “Non Avrò Paura”, un libro illustrato da Simone Rea ed edito da Giralangolo che racconta come la paura sia umanissima, così come è umanissima la necessità di guardare quelle che ne sono le cause.

BalenAlbina, come ama definirlo Mariagiulia, è l’antro subacqueo di Pinocchio”. Un esperimento artistico, sociale, culturale, umano. Un laboratorio intimamente politico, perché l’arte per sua vocazione intima deve sempre prendere posizione, deve necessariamente schierarsi nella ricerca di una bellezza che spesso appare sfuggente, eppure è così chiaramente visibile e raggiungibile.