Performance immersiva “Antidoto al Teatro India

ANTIDOTO è uno spettacolo a cura di Fabio Condemi, DOM-, Industria Indipendente, Michele Di Stefano/mk e Muta Imago.
Con la partecipazione e le opere di (in ordine sparso): Cʟᴀᴜᴅɪᴀ Cᴀsᴛᴇʟʟᴜᴄᴄɪ, Iᴅᴀ Tʀᴀᴠɪ, Aɴɢᴇʟᴀ Bᴀʀᴀʟᴅɪ, Rᴏᴅɪᴏɴ, Jᴜsᴛɪɴ Fᴏʀᴇᴠᴇʀ, Fᴀʙɪᴏ Cᴏɴᴅᴇᴍɪ, Dᴀʀɪᴀ Dᴇꜰʟᴏʀɪᴀɴ, Lᴏʟᴀ Kᴏʟᴀ, Cᴇᴄɪʟɪᴀ Mᴀɴɢɪɴɪ, Iᴠᴀ Sᴛᴀɴɪsɪᴄ, Eʀɪᴋᴀ Z. Gᴀʟʟɪ, Gɪᴏʀɢɪᴏ Mᴀʀɪᴀ Cᴏʀɴᴇʟɪᴏ, Vɪᴏʟᴀ Lᴏ Mᴏʀᴏ, Aʀɪᴀɴɴᴀ Lᴏᴅᴇsᴇʀᴛᴏ, Xʜᴇᴊɴ Xʜɪɴᴅɪ, Eᴅᴅɪ Mᴀʀᴄᴜᴄᴄɪ, Fᴇᴅᴇʀɪᴄᴀ Gɪᴀʀᴅɪɴɪ, Iʟᴇɴɪᴀ Cᴀʟᴇᴏ, Fʀᴀɴᴄᴇsᴄᴀ Cᴏʀᴏɴᴀ, Lɪsᴀ Fᴇʀʟᴀᴢᴢᴏ Nᴀᴛᴏʟɪ, Mᴀᴛᴛᴇᴏ Aɴɢɪᴜs, Gɪᴜsᴇᴘᴘᴇ Sᴘɪɴᴀ, Gɪᴜʟɪᴀ Mᴇʀᴇɢʜᴇᴛᴛɪ, Iᴀɪᴀ Fᴏʀᴛᴇ, Gɪᴜsᴇᴘᴘᴇ Vɪɴᴄᴇɴᴛ Gɪᴀᴍᴘɪɴᴏ, Sɪʟᴠɪᴀ Sᴜᴘᴇʀʙɪ, Gɪᴏʀɢɪᴀ Pᴇɴᴢᴏ, Fʀᴀɴᴄᴏ Pɪᴀᴠᴏʟɪ ᴀɴᴅ ᴍᴏʀᴇ…

ANTIDOTO è un gesto iniziatico, pensato dalle compagnie di Oceano Indiano per gli spazi del Teatro India. È un passo che si trasforma per tre notti in un territorio al centro di un processo di interrogazione e metamorfosi.
Entrando in queste stanze dei desideri, le percezioni si alterano e l’abitazione dello spazio invita ad una pulsazione continua, labirintica e collettiva. Un viaggio per abbandonarsi alla veggenza, pratica imprescindibile del non ritorno al passato, amuleto per il futuro.
Concentrare le energie in un luogo fisico per rintracciare, cercare un rimedio, una guarigione, mescolare le parti, sorpassare l’umano, essere attente, immaginare, proteggere, infuocare. La cartografia immersiva di Antidoto predisporrà in ogni sala del teatro un accadimento specifico, invitando il pubblico ad un’abitazione fluida ed erratica, solitaria e collettiva, dispiegata in un tempo irripetibile di tre serate.
𝐑𝐀𝐃𝐈𝐎 𝐈𝐍𝐃𝐈𝐀 – 𝐀𝐍𝐓𝐈𝐃𝐎𝐓𝐎
La Sala A si trasforma in una sala dedicata all’ascolto.
All’interno di un set appositamente allestito sul palco si alterneranno concerti, dialoghi, poesie, interviste, apparizioni.
𝐃𝐈𝐕𝐈𝐍𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐈
La Sala Oceano Indiano scompare: al suo posto uno spazio per pratiche di divinazione fantastica, offerte al pubblico in incontri individuali; uno speak-easy ultravioletto dove abbandonarsi alla veggenza.
𝐒𝐀𝐋𝐄
Una stanza in cui poter stare, camminare, stendersi e lasciare che la conoscenza sottile del cristallo attiri le scorie energetiche di chi vi si immerge. Un rito purificatore attraversato da visioni d’archivio che muovono verso zone sconosciute.
𝐅𝐔𝐎𝐂𝐇𝐈
L’accensione e lo spegnimento di un cerchio di fuoco nell’Arena esterna segna l’inizio e la fine del viaggio, accompagnato dal volo di una fenice mutante.

𝐏𝐫𝐨𝐢𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢:
𝑴𝒂𝒓𝒊𝒂 𝒆 𝒊 𝒈𝒊𝒐𝒓𝒏𝒊, di Cecilia Mangini, 1959, 10 min
𝑨𝒍𝒍𝒂́ 𝒗𝒊𝒆𝒏𝒆𝒏 (𝑫𝒂 𝒍𝒊̀ 𝒗𝒆𝒏𝒈𝒐𝒏𝒐), di Ezequiel Reyes Retana, 2018, 7 min
𝑬𝒗𝒂𝒔𝒊, di Franco Piavoli, 1964, 12 min
𝑽𝒂𝒓𝒊𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒍𝒖𝒎𝒊𝒏𝒐𝒔𝒆 𝒏𝒆𝒊 𝒄𝒊𝒆𝒍𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒊𝒕𝒕𝒂̀, di Giuseppe Spina, 2019, 6 min
“𝑷𝒆𝒓 𝒐𝒈𝒈𝒊 𝒃𝒂𝒔𝒕𝒂!”, di Ugo La Pietra, 1974, 10 min