Short Theatre 2025: venti anni di immaginazione radicale

Dal 5 al 14 settembre Roma si accende con Short Theatre, Festival internazionale di creazione contemporanea e performing arts che quest’anno festeggia la sua 20ª edizione. Una tappa simbolica e sostanziale, che segna due decenni di pratiche artistiche sperimentali, alleanze creative e riappropriazione dello spazio urbano come luogo di dialogo e trasformazione.

Con oltre 70 appuntamenti e più di 35 tra compagnie e artistə, il festival mappa geografie poco battute, intrecciando voci provenienti da Italia, Sud ed Est Globale – dalle Filippine all’Iran, dal Libano alla Costa d’Avorio – e restituendo uno sguardo plurale e intersezionale sulle arti performative contemporanee.

Una nuova traiettoria

Per la prima volta, la direzione artistica è affidata a un gruppo curatoriale plurale – Silvia Bottiroli, Silvia Calderoni, Ilenia Caleo, Michele Di Stefano – che sperimenta una modalità collettiva di immaginare il festival. Al centro: transdisciplinarietà, accessibilità e radicamento nel territorio, ma anche la volontà di aprire formati inediti.

Accanto agli spettacoli, nascono camere drammaturgiche, residenze sperimentali, ambienti attraversabili come set cinematografici dal vivo e classi che intrecciano teoria e corpo, segnando un festival che non è solo palcoscenico, ma spazio di invenzione e immaginazione radicale.

Corpi, memorie, resistenze

Il programma 2025 attraversa generazioni, linguaggi e sensibilità, tenendo il corpo come perno simbolico e politico.

Tra i momenti più attesi:
• “A little bit of the moon” di Anne Teresa De Keersmaeker & Rabih Mroué, in prima nazionale al Teatro India;
• “U. (Un canto)” di Alessandro Sciarroni, performance musicale corale nata da un invito della Fondation Cartier;
• “Epique!” di Nadia Beugré, viaggio nella mitologia ancestrale ivoriana;
• “We Came to Dance” di Ali Asghar Dashti & Nasim Ahmadpour, lavoro che rende percepibile la censura della danza in Iran;
• la nuova creazione di Dewey Dell, che indaga l’ex-voto come oggetto di paure collettive;
• “Analphabet” di Alberto Cortés, che affronta il tema della violenza nelle relazioni;
• “Darkness Pic Nic” del collettivo DOM-, un’esperienza immersiva che omaggia e riscrive il film cult Picnic ad Hanging Rock.

Un Festival come Comunità

Short Theatre non è soltanto programmazione: è pedagogia condivisa e comunità. Con CLASSE – istituto nomade di pensiero – artiste, attivistə e teoricə si incontrano in lecture e pratiche collettive, amplificando il legame tra arti e pensiero critico.

Vent’anni dopo la sua nascita, Short Theatre continua a farsi laboratorio di futuro: un festival che intreccia desiderio, fragilità e resistenza, trasformando Roma in un cantiere vivo di corpi, immagini e parole.

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Un anno, 75 pagine, 15 capitoli e 8 allegati dopo