Urban jungle, unicorni, tutù, talento ed ironia: i Booda

Un mix incandescente di groove, talento ed ironia. Un’amalgama che si prepara a far esplodere i locali e i palazzetti di tutta Italia. Tra urban jungle, unicorni e tutù, i Booda hanno un’attitudine rumorosa che fa emergere la loro anima dirompente

I Booda: una “giungla urbana” con un sound unico

Tre professionisti, tre anime eclettiche e una grande passione per la sperimentazione: Federica Buda, Martina Bertini ed Alessio Sbarzella si sono incontrati in un’urgenza musicale e hanno immaginato un percorso collettivo in grado di abbracciare le loro diverse inclinazioni.

Federica ha una voce dritta e potente, Martina è una bassista che spazia fra ogni genere e stile ed Alessio è un batterista e un produttore alla costante ricerca della perfezione acustica.

Un’amalgama completa e complessa che ha permesso la nascita dei Booda, accattivanti predatori della giungla urbana.
Il loro quartier generale è Roma, una città complessa, così come complesso è il loro modo di suonare. Il loro primo singolo, non a caso, si chiama “Elefante” e ha raggiunto 800.000 ascolti su Spotify e quasi 300.000 visualizzazioni su Youtube. L’elefante è anche l’animale guida di chi parte a gran voce, e non riesce a passare inosservato per stazza e impatto fisico con tutto quello che è nei paraggi.
I Booda hanno creato proprio questo effetto: cantano di giungle urbane e gabbie. Una consapevolezza sonora da gruppo rodato, nonostante il loro progetto sia recentissimo.

Booda – il video del singolo “Elefante”

Come nasce l’urban jungle

Ascoltare i Booda è come immergersi in un vortice di stili, influssi, contaminazioni. Il sound della band è una sventagliata di musica fresca nel panorama italiano. “Il progetto è nato in maniera semplice da uno scambio di idee fra me e Martina – ci racconta Federica -. Abbiamo pensato di realizzare un mix fra varie ispirazioni come gli influssi urban, black, soul, afro e anche un po’ di trap. Poi grazie al genio di Alessio abbiamo unito tutti questi sound e creato un genere che abbiamo definito ‘urban jungle’. Una giungla urbana che rappresentiamo attraverso il nostro inedito”.

Booda
Booda #intervistasuldivano

Un genere che rompe schemi e ritmi e che è diventato il DNA della band. “Siamo abituati a sentire questo tipo di musica cantata in inglese – spiega Alessio – Però abbiamo sperimentato che con un certo tipo di cantato e un certo linguaggio anche in italiano si può raggiungere lo stesso impatto”.

Un impatto che, citando il singolo, sembra frutto di un rito voodoo e ha la carica di un branco di elefanti.

L’attitudine punk dei Booda

I Booda, secondi a X Factor, hanno conquistato la Candy Arena di Monza e il Mediolanum Forum grazie alla propria energia, alla capacità di divertirsi sul palco e trasmettere questo divertimento al pubblico. Faccia tosta? No, soltanto un’attitudine che Martina non esita a definire punk: “Abbiamo sempre avuto questo mood perché è quello che facciamo da sempre, che abbiamo scelto di fare e che ci piace fare”.

Ma si può essere punk o “jungle” anche se protagonisti di coloratissime e scintillanti coreografie? “Ovviamente si, abbiamo suonato dentro unicorni ed indossato magliette delle Spice Girls con la scritta ‘Desperate housewives’, mentre Federica cantava ‘Tu hai i soldi per il latte, io invece ho i soldi delle Milf. L’importante è divertirsi, sempre”.

I Booda e la loro idea di rumore

Un approccio senza freni e soprattutto libero come la corsa di un elefante. Perché, come conclude Federica, “l’arte è libertà, se non siamo liberi attraverso l’arte in che modo potremmo esserlo?”.

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