Populous

Populous, il suo “W” è l’elogio del femminile

Populous, a.k.a. Andrea Mangia, è uno degli artisti più raffinati nel panorama della musica elettronica mondiale. Con “W” il producer salentino celebra il femminile plurale, in un disco che incarna la sua anima queer.

Foto di Ilenia Tesoro

Viaggi sonori

Populous è il classico esempio di cervello in fuga, suo malgrado. Non molto noto in Italia, Andrea Mangia è invece un musicista apprezzatissimo all’estero, un’autorità della scena elettronica.

Già nel 2003, al suo esordio, seppe conquistare l’attenzione della Morr Music, etichetta berlinese di culto all’avanguardia del genere elettronico. Con “Night Safari” Populous ha cominciato un viaggio musicale che dall’Europa lo ha condotto verso il sud del mondo, verso sonorità esotiche, latine e sud americane.

Percussioni, ritmi tropicali, flauti, hanno cominciato a popolare il suo immaginario ed a scolpire un orizzonte musicale ricco di sfaccettature.

Con “Azulejos”, il suo primo disco per La Tempesta International, Populous, con i suoni campionati per le strade di Lisbona, ha realizzato un mosaico ricco di colori e sensazioni e dipinto panorami lussureggianti che dal Portogallo arrivavano fino ad oltre l’oceano. I suoi suoni si attaccano addosso, come gocce di sudore sulla pelle nelle jungle sonore umide e rigogliose in cui conduce con passi ipnotici.

Populous
La copertina di Populous realizzata da Nicola Napoli

Musica corporea

Con “W”, Populous attraversa l’etereo per diventare corpi e materia.

La sua musica si fa corporea, fisica, carnale. I suoi suoni materici, i ritmi cumbieri e trascinanti nel suo ultimo disco vanno ancora più in profondità. Penetrano la carne, stringono le ossa, muovono i muscoli.

“W”, che sta per Women è un omaggio alle donne. E’ un manifesto femminista trasversale, che scioglie i generi e li fonde in un miscuglio fluido di sensualità carnale.

E’ la colonna sonora ideale per un rito sciamanico di purificazione, per accompagnare la rottura della crisalide, per rinascere in una forma nuova. Di pura libertà.

Let’s Party

Già dalla copertina, disegnata dall’artista queer Nicola Napoli, si comprende l’intero tema del disco. Il party tutto al femminile in cui sono distinguibili alcuni dei miti musicali di Andrea, da Grace Jones ad Amanda Lear, passando per Loredana Bertè e Beth Ditto, colloca immediatamente “W” sul dancefloor.

Non in senso classico, ovvio, di classico nella musica di Populous non c’è nulla, ma è chiaro l’intento dell’artista salentino di tradurre le sue sonorità mistiche e tropicali nel linguaggio dei club.

E per farsi aiutare in questa sua opera di traduzione Andrea si è fatto accompagnare da dieci artiste che in ciascuna delle dieci tracce prestano la loro voce ed il loro carisma.

Lo spirito di rinascita del disco si percepisce chiaro in “Soy lo que Soy” in cui il duo messicano Sotomayor canta “Soy lo que soy lo que quiero ser, una imagen, un nuevo amanecer.”

L’afflato mistico che gonfia l’anima di Andrea Mangia, nella voce dell’artista brasiliana Emmanuelle, in “Flores no Mar” celebra Lemanja, la grande madre, la dea del mare.

La copertina del singolo HOUSE OF KETA

Una romantica M¥SS

A M¥SS KETA,  con cui il producer salentino aveva già collaborato per XANANAS, è affidata l’unica traccia in italiano del disco. HOUSE OF KETA è il manifesto di rivendicazione, condiviso con la performer voguing Kenjii che partecipa al pezzo, in cui KETA proclama “Sfido, tutti i limiti sessuali, ho una bandiera arcobaleno, e indosso solo un paio d’ali”.

“Getting lost”, con le sue venature più oscure, impreziosita dalla voce potente ma delicata di LIM, conduce lisergica verso il finale di “Roma”.

Dedicata al film di Alfonso Cuaron l’ultima traccia strumentale del disco è un congedo romantico con cui Andrea Mangia riallarga l’orizzonte e torna a dipingere scenari assolati e saturi di vita.

“W” è un disco imperdibile in cui risalta la maestria di un artista unico capace di plasmare mondi fantastici. Mondi in cui perdersi in una trance mistica e sensuale. In cui sciogliersi e rinunciare alla propria fisicità per fondersi in un calderone pulsante di vita e di amore.

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