Senza Erriquez della Bandabardò, senza piazza San Giovanni.
Senza pullman che partono dalle provincie più recondite del sud.
Senza bandiera dei quattro mori.
E, più che mai, senza lavoro.
Il concerto del primo maggio, quello di piazza San Giovanni a Roma dove centinaia di migliaia di persone si assembravano per ascoltare il live, quest’anno sarà sostituito da un evento in streaming in diretta dall’Auditorium Parco della Musica con una line-up di 40 artisti, da Fedez ai Fask e la conduzione di Ambra Angiolini.
Primo maggio della festa dei lavoratori
Il concerto del Primo Maggio 2021 si terrà in semi presenza.
Un cast di nomi importanti che ricorda i primomaggio dei primi anni 2000.
Noel Gallagher a Roma su un palco ci riporta dritti ad un altro mondo, quando live significava festa.
Oggi, che in teoria si festeggerebbe il lavoro, manca il festeggiato.
Manca una visione che consideri il lavoro e i lavoratori del comparto culturale, come attori protagonisti.
Che non metta in un temporaneo divertissement un conce(r)tto che ha un valore aggregativo.
Aggregare le esigenze di studenti che sotto quel palco si sono trovati a partecipare a mini live di artisti per cui non avrebbero potuto pagare un biglietto.
Aggregare le individualità per rendere corale un’esigenza, quella di stare insieme e sentirsi insieme.
Attenzione, concentrazione, ritmo e vitalità
Se il 2020 ci ha colto tutti sorpresi a progettare vita e speranze, il 2021 ci trova assolutamente preparati.
Preparati a comprendere la differenza tra “pochi” e “troppo pochi”.
Preparati a misurare quanto non si possa chiamare concerto uno show televisivo.
Preparati a vedere ancora una volta la piazza vuota per misure anti-contagio e a leggere, in quei vuoti, tutti gli invisibili.
Lo abbiamo visto lo scorso anno, Alex Britti e il suo muro di amplificatori Marshall raccontare il vuoto.
Davano a piazza S. Giovanni di Roma uno stato di attesa, di musica che apre futuri possibili, di rabbia, di stupore per un mondo che rimaneva in apnea.
Ma oggi è primo maggio 2021, un anno dopo.
Un Primo Maggio senza Erriquez della Bandadardò ad aprire e chiamare la piazza gremita di corpi a partecipare ad un’azione.
Un Primo Maggio senza luogo, senza centro, senza fonte di aggregazione, senza vitalità condivisa.
Dove accorderemo questa energia?
Dove?
Davanti ad uno schermo?
Di sicuro non a piazza San Giovanni.