Ciao sono Vale: un SOS che salva l’anima

Ciao sono Vale pubblica “SOS”, il suo primo disco per Honiro Ent. Un lavoro estremamente maturo sia nella scrittura, sia nelle atmosfere sonore che abbracciano rap, alt-pop ed elettronica. Il titolo è l’acronimo di “Save our souls” e rappresenta una richiesta, una preghiera laica, un urlo che paralizza.

Ciao sono Vale “SOS”: un racconto personale ed intimo

Voci in delay che restano inascoltate, pensieri rinchiusi in un ripostiglio come segreti da nascondere, bestemmie contro il muro, ritratti che si trasformano in specchi frantumati, salti nel vuoto senza paracadute o reti di sicurezza. Un “SOS” che rappresenta una richiesta di salvezza (“Save our souls”) ma che ascoltando il disco può anche essere interpretato come un “Sono orgogliosamente sincera”. Il primo disco di Ciao sono Vale, infatti, rappresenta un diario aperto, con pagine ingiallite, angoli bruciati, margini strappati, parole cancellate selvaggiamente. Un racconto personale ed intimo in musica, un ritratto di se stessa in chiaroscuro.

Ciao sono Vale
Ciao sono Vale

“Ho 21 anni, ma credo di aver vissuto parecchio nella mia vita. Ho avuto tantissime esperienze di ogni genere, sia a livello artistico che personale – spiega Valeria -. Credo che “SOS “racchiuda ogni mio singolo dolore, ogni mia singola riflessione. Il mio percorso non è mai stato facile, spesso la gente ha cercato di cambiarmi e di soffocarmi. Ci sono stati periodi in cui non mi era chiaro nulla, periodi in cui le canzoni mi venivano scritte e chiudevo nello stomaco la mia libertà espressiva, periodi in cui pensavo di non riuscire a liberarmi dal male che, piano piano, mi logorava”.

Un male che viene esorcizzato ed esternato nei testi, che rappresentano dei pugni allo stomaco, prima dati a se stessa e poi agli ascoltatori. La musica diventa un antidoto contro quei “giorni bui” fatti di bestemmie contro il muro, colpe in frantumi, suicidi e rinascite, lutti che si riflettono allo specchio e sangue da pulire dalle mani.

In equilibrio fra il rap e l’alt-pop

“Sos” rappresenta un perfetto equilibrio fra rap old-school con flow lenti ed incisivi e alt-pop. Le chitarre liquide che accompagnano quasi tutti i pezzi rievocano atmosfere alla “xx” e si incastonano in maniera pienamente funzionale ai saliscendi emotivi dei testi. Gli inserti elettronici sono ora leggeri (“Singolo d’amore”), ora claustrofobici (“Tre assassine”), ora sontuosi (“I’m paralyzed”). Su tutto svetta la voce di Valeria perfettamente a proprio agio sia nelle parti rap, sia nel cantato. Ed è proprio questo il valore aggiunto del disco: difficilmente in Italia esistono artisti che riescono ad indossare con così tanta naturalezza questo “doppio abito”.

Ciao sono Vale
Ciao sono Vale

“SOS è un grido a voce alta che dice ‘ce l’ho fatta!’ Ce l’ho fatta a prendere la penna in mano, riempire fogli e fogli per dar vita ai miei brani e, questo per me è già un successo – spiega Ciao sono Vale -. Sono riuscita dopo anni a farmi valere e trovare un team che ama la mia personalità, il mio look strano, il mio modo di cantare e parlare nei brani, il mio modo singolare di scrivere e interpretare, mi hanno dato un’opportunità enorme restando ME STESSA”.

In fondo restare se stessi è la “missione” più difficile perché, come racconta in “Superficiale” “è triste pensare che un’artista per piacere debba cambiare, per arrivare debba cadere, per concedersi un momento debba scappare”.

E Ciao sono Vale non vuole fuggire, non vuole abbandonarsi ai rumori che fanno paura. E per farlo lancia un “SOS”. Un urlo nel quale la rabbia si trasforma in desiderio di salvezza.

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