Un viaggio da “Bella Ciao” a “La canzone che scrivo per te”
L’essenza dei live è il sapersi mettere in gioco, il reinventare, il ricostruire pezzi già noti donando loro una nuova, sgargiante veste. Un rischio e un azzardo che crea un ponte con il pubblico, un collegamento di anime fra il palco e il pit o la platea.
Cristiano Godano, leader e voce dei Marlene Kuntz e Rodrigo D’Erasmo, violino degli Afterhours e artefice di decine di progetti artistici, sono fra i musicisti che maggiormente hanno investito sulla dimensione live. Ogni loro spettacolo, con la band o da soli, è un vortice di energia, una sferzata alla tendenza omologante che colpisce moltissimi musicisti. Artisti che sul palco, insieme, sono in grado di creare un’alchimia poetica e lirica che lascia tracce sottopelle.
Il violino di Rodrigo e la voce dolente di Cristiano hanno regalato una versione struggente di “Bella Ciao”, fedele all’originale nel suo essere “originale”. Un canto della resistenza che sul palco è simbolo di una “lotta per la bellezza e la consapevolezza”.
Anche la loro versione di “La canzone che scrivo per te”, un classico dei Marlene Kuntz, ha stupito per la sua semplice complessità. Lì dove la versione sul disco è fatta di un suono tondo e corposo, sul palco è stata arricchita da brevi silenzi, intarsi dolenti di violino e intrecci sonori semplici eppur complessi.
Cristiano e Rodrigo hanno dimostrato con questi due brani come la musica, anche quella apparentemente intoccabile, possa essere interpretata in una chiave che rispetta l’originale ma, al tempo stesso, cerca di aprire nuove frontiere.