Il 2020 è un anno le cui cifre si ripetono in serie uguali tra loro. Uguali ma con un significato diverso. La festa di Roma 2020 ha portato sul suo palco due facce della stessa medaglia, quella della musica italiana al femminile.
A cavallo del tempo
Carmen Consoli in questo 2020 celebrerà i 25 anni di carriera. Per Priestess, invece, questo sarà l’anno della consacrazione.
Sul palco della della festa di Roma 2020 si sono susseguite passato, presente e futuro della musica italiana.
Carmen Consoli, nella sua esibizione, ha ripercorso le tappe fondamentali di una carriera ancora tutta da scrivere. Da “Amore di plastica” a “Parole di burro” passando per “L’ultimo bacio” e “Confusa e felice” la cantantessa ha riproposto le sue canzoni iconiche che come pietre miliari hanno segnato i passaggi della sua storia musicale. Note e parole senza tempo, poesia immortale che sa di vita, profuma di passioni, racconta storie dal fascino intramontabile.
Il 2019 si è chiuso con la sua voce unica, con la certezza che la cantantessa sarà la protagonista d’eccezione anche dell’anno appena iniziato con un tour da tutto esaurito in ogni sua tappa.
Un’artista che rappresenta il passato, incarna il presente e sarà il futuro della musica cantautorale italiana, sacerdotessa di una musica senza tempo.
Due sacerdotesse allo specchio
La mezzanotte ha segnato l’ingresso in una nuova era musicale.
Il ventennio che sarà vedrà sempre di più al fianco delle icone intramontabili una nuova generazione di artisti. Quella che fino a ieri era la “nuova” scena musicale da oggi sarà LA scena musicale.
Il tempo è maturo perché il rap, l’hip hop, e soprattutto la trap vengano considerati per quello che sono, il motore rombante dell’industria musicale.
A questa gara che si vince con migliaia di dischi venduti partecipa una nuova fuoriclasse.
Priestess, dalla Valle D’Itria a Porta Venezia è la nuova star della trap italiana. Un genere di cui cavalca il flow con barre originali e raffinate.
Le parole per Priestess, come per la Consoli, pesano allo stesso modo, anche se raccontano storie distinte. Parlano di vite che si rifugiano in luoghi diversi, animi che scorrono in direzioni opposte. Dalla provincia agli scenari urbani Priestess canta fuori dai cliché di un genere spesso misogino e machista.
Racconta se stessa attraverso altre donne, ostentando una sicurezza forte al punto da farle rivendicare, fiera, la propria scelta di vita anticonformista.
La festa di Roma 2020 ha costruito un ponte tra epoche musicali diverse ma con due protagoniste simili. Un’artista matura ed una giovane ragazza figlie ciascuna del proprio tempo, di una provincia a cui reagire con gli anticorpi della ricerca artistica. Con la passione per le parole, per la musica, con il desiderio di distinguersi, di costruire uno stile unico e personale.
Un collegamento tra due pianeti diversi destinati ad influenzare sempre più le rispettive orbite, in un moto di rivoluzione ormai ineluttabile.