Zerocalcare presenta il suo nuovo libro, La scuola di pizze in faccia del Professor Calcare, pubblicato da Bao Publishing. Un volume che raccoglie le due anime della sua produzione, quella più ironica e quella più politica. In questa intervista Zerocalcare ci racconta come l’ironia sia l’unico mezzo per evitare di essere sbranati e come disattivando i propri firewall interni si rischi di essere presi a pizze in faccia
La libertà di essere se stessi
I grilli parlanti che non smettono di frinire e continuano ad indicare strade “sicure”, i firewall attivati da uno strato di melassa che copre tutto, i paletti che isolano invece di proteggere. E poi gli schiaffi, o meglio le “pizze”, dati ma soprattutto ricevuti. Schivati a stento e trattenuti.
“La scuola di pizze in faccia del Professor Calcare”, l’ultimo libro appena pubblicato dal fumettista per Bao Publishing, è un diario di vita. Un viaggio fra passato, presente e futuro che si muove fra pagine leggere (solo all’apparenza) fatte di luci di Natale assassine, pacate pastorelle che si trasformano in belve bramose di sangue (“La pastorella sta qua e spara con gli ultrà”) e dolenti riflessioni sul nazismo, sugli sgomberi e sulle unioni civili.
Il titolo del libro è mutato da una delle storie contenute nel volume, “Il Salmone del libro di Borino”. Un gioco di parole che spiega la sofferta decisione di Zerocalcare di non partecipare al Salone del Libro di Torino, dopo la decisione degli organizzatori di ospitare una casa editrice, Altaforte, legata a Casapound.
“La scuola di pizze in faccia del Professor Calcare” è un libro “libero” che unisce le due anime, quella politica e quella più ironica, di Zerocalcare. “Finora non mi sono posto il problema di svelarmi di più – ci racconta -. Anzi, continuo a tenermi stretto il fatto di proteggere una serie di parti della mia vita. Oggi, però, mi sento un po’ più libero, per certi versi, di essere anche un po’ più sincero. Con questo volume, che raccoglie le due anime della mia produzione, è come se togliessi qualche paletto che finora mi era stato troppo stretto. E questa cosa, paradossalmente, mi rassicura”.
La scuola di pizze in faccia del Professor Calcare: L’ironia per non essere sbranati
Dopo aver allontanato i paletti Zerocalcare ha anche disattivato una serie di firewall che finivano per autocensurarlo, che gli facevano dare risposte comode, da immaginario a circuito chiuso. Firewall come quello che racconta nell’ultima storia del volume e che gli impediva di dire che il suo personaggio storico preferito era Gaetano Bresci. “Negli ultimi tempi ho levato un po’ di firewall, ma per questo ho anche preso un po’ di pizze in faccia”.
“La scuola di pizze in faccia del Professor Calcare” è un manuale di resistenza e sopravvivenza contro “l’accademia di mitomania e direzione delle vite degli altri”. Il segreto per allontanare il frinire dei grilli parlanti è l’ironia. “È il rimedio che ti consente di non farti sbranare – ci spiega -, attraverso questo mezzo è possibile mitigare e nascondere la fragilità e le debolezze. Quindi ha un valore superprezioso”.
L’ironia, però, si accompagna sempre alla necessità di non tacere, di non “farsi i cazzi propri”, di prendere una posizione, per quanto scomoda possa essere. “Almeno una volta al giorno, a volte anche più di una, penso che avrei potuto farmi i cazzi miei. Dopo qualche settimana, o qualche mese, riflettendo arrivo al punto che alla fine è stato giusto non farseli, non potrebbe essere altrimenti”.
Non farsi i cazzi propri significa far rumore, allontanare gli spazi vuoti che possono essere più dolorosi di mille grilli parlanti. “Il rumore è la cosa che mi salva dal silenzio, perché il silenzio significa fare i conti con me stesso, con la mia vita. Il frastuono, quindi, diventa salvifico”.
Anche a costo di prendere molte pizze in faccia perché “Se le pizze prese valgono gli stessi crediti delle pizze date, esco co’ un votone”.