I Marlene Kuntz hanno celebrato del trentennale di Catartica con una tripletta di concerti al Monk di Roma. “L’Ultima Festa del Cazzo” è stata un’occasione per rivivere il turbine sonico ed i furori potetici del primo album.
Ma Ma Marlene è la migliore
Marlene è cresciuta, ha attraversato gli anni sonici dei tuoni, saette e degli schianti di latte, ha combattuto da Ape Regina gli albori di guerre stellari, ha nuotato nell’aria attraversando banchi di nebbia e lacrime. Si è abbandonata lieve in fondo all’immobile, ha stretto le sue carni nel giro di vite ineluttabile. E, finalmente, ha raggiunto un pace rumorosa e catartica.
E oggi Marlene festeggia i suoi primi trenta anni con un’Ultima Festa del Cazzo. Una festa alla quale sono invitati tutti quelli che con lei sono cresciuti e caduti. Che hanno sudato scossi dalle sue vibrazioni e tormentati dai suoi tremori.
I Marlene Kuntz hanno trasformato il Monk in una capsula che ha nuotato nell’aria per attraversare il tempo e per sfuggire ai suoi agguati. Hanno fatto fuoco su tutto quello che siamo (sono) stati e ci hanno guidato in quello che saremo (saranno). Hanno devastato gli argini del nostro scorrere per costruirne dei nuovi. Ed è proprio in questo nuovo essere, che insieme a loro abbiamo vissuto una catarsi sonica. Un lieve svenire per sempre persi dentro di noi.