Coma_Cose: la potenza di un abbraccio sul palco dell’Ariston

Un abbraccio, due pugni che si toccano e le dita che si muovono verso gli occhi dell’altro per eliminare le distanze. Una mano portata sul cuore. Le esibizioni dei Coma_Cose a Sanremo sono state delicate e lievemente potenti. La loro “Fiamme negli occhi” ci ha riportato in una dimensione e un tempo in cui sfiorarsi, toccarsi ed abbracciarsi è necessario e vitale. Umano.

Le fiamme negli occhi di California e Fausto

California ondeggia, si sbilancia, perde il baricentro. Trema. Fausto galleggia, muove le dita e le porta dai sui occhi a quelli di lei, con l’ingenuità ed il sorriso di un bambino. Un abbraccio di pochi secondi che sembra eterno, che ci riporta quando con le “fiamme negli occhi” potevamo stringerci tremando di gioia e non di paura. Le esibizioni dei Coma_Cose a Sanremo sono state pelle che riconosce l’altra pelle, lacrime che avvolgono e ingoiano la malinconia, fuoco che non brucia ma disinfetta. Vestiti della stessa anima e uno di fronte all’altro, come se non fosse necessario avere specchi se non gli occhi dell’altro (se stesso), California e Fausto si sono riflessi nelle fiamme che illuminavano i loro occhi.

E come bambini increduli si sono inseguiti in un lento girotondo, con un rimpiattino di sorrisi ad accompagnare una canzone ormai trasformatasi in una danza. “Se mi guardi mi bruci”. Ma loro sul palco non hanno avuto paura di guardarsi, di trovare un appiglio nell’altro. Non hanno temuto di essere quasi ingenuamente sinceri. Puri. Come un inverno che ignora l’esistenza dell’estate, ma quando la conosce non riesce a farne a meno e la insegue per abbracciarla e sciogliersi al calore delle sue fiamme.

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