Lo Stato Sociale a Sanremo: le cose inutili sono importanti

Hanno rotto la scatola fragile della musica sul palco dell’Ariston, hanno messo in panchina il loro frontman Lodo Guenzi che non ha mai cantato, hanno portato sul palco “i fiori rovinati” del mondo dello spettacolo e, nell’ultima puntata del Festival di Sanremo, hanno fatto la dichiarazione più potente dell’intera kermesse: “Le cose inutili sono importanti”. Lo Stato Sociale è stato l’ingranaggio “storto” sul palco dell’Ariston, il realismo che finalmente non si lascia colpire alle spalle dalla “surrealtà”, il divertimento che non è solo cazzeggio, ma diventa voglia di vita.

Lo Stato Sociale: la sincerità che dà un senso alla vita

Un garage trasformatosi in una coltre di fumo, le sigarette spente sul pavimento, il riverbero di un amplificatore troppo alto, urla, sorrisi, salti da un palco immaginario. Voglia di spaccare tutto dentro quattro mura. Una stanza che diventa all’improvviso il palco dell’Ariston, senza che nulla sia cambiato. Lo Stato Sociale, con le quattro esibizioni durante il Festival, ha mostrato una sincerità disarmante, quasi commovente. Una sincerità che non è apparsa mai costruita o paracula e che si è tradotta in un divertimento palpabile, in una dichiarazione d’amore alla vita e alla musica. Una dichiarazione consapevole e cosciente, priva di falsi intellettualismi.

E se nella prima esibizione la band ha “inscatolato” Lodo Guenzi in un pacco musicale “fragile” e nella serata delle cover ha invece chiamato sul palco i lavoratori del mondo dello spettacolo e i loro “fiori rovinati” da curare con delicatezza, nell’ultima sera ha concluso un’ennesima versione ultra rumorosa di “Combat Pop” con una dichiarazione quasi annichilente nella sua semplicità: “In un paese dove l’unica cosa che si può fare è lavorare, cosa dobbiamo fare? C’è bisogno di cose inutili. Le cose inutili sono importanti, sono l’unica cosa che ha un senso per vivere”.

In un momento in cui tutto sembra inutile, in cui il superfluo è quasi diventato “incosciente”, in un tempo come questo nel quale anche la cultura rischia di appassire come un fiore marcio perché considerata “inutile” in quanto “non vitale”, questa dichiarazione è forse la cosa più potente che poteva essere pronunciata dal palco di Sanremo. Un teatro svuotato del pubblico, privato delle sue viscere, che è diventato lo specchio delle contraddizioni di questa realtà. Un palco da molti giudicato “inutile” perché quasi “ignorante” rispetto al momento attuale. Un palco che, sì, possiamo dirlo, è sembrato quasi estraneo dalla realtà, perché non ha saputo raccontarla. E proprio per questo Lo Stato Sociale con questa dichiarazione ha rotto quel velo di protezione fra schermo, sedie vuote e divani pieni.

Sì, ragazzi, le cose inutili sono importanti.

Più di quanto possiamo pensare.

E ce ne siamo accorti mentre ci commuovevamo alla fine della vostra esibizione.

Grazie per non aver inscatolato la musica e per averci catapultato dal divano di casa nostra al vostro garage.

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