La Tempesta perfetta si abbatte su Roma

La Tempesta perfetta si scatena su Roma con la forza della sua lineup. Otto band dell’etichetta “La tempesta dischi” hanno imperversato a Largo Venue in un festival, “La tempesta su Marte”, che ha sferzato il pubblico in una serata unica

La Tempesta al Largo Venue

Ci aveva già pensato la Biennale MArte Live a stravolgere il panorama romano, proponendo dal 3 all’8 dicembre una serie di eventi che hanno ridisegnato l’offerta di cultura in città. Concerti, mostre e performance su tutto il territorio del Lazio hanno diffuso lo spirito “multi-artistico” del festival, dando spazio ad artisti giovani come a personaggi già noti.

Uno degli eventi clou della manifestazione è stato il festival “La Tempesta su MArte” con cui i Tre Allegri Ragazzi Morti hanno portato al Largo Venue la festa della loro etichetta discografica.

La Tempesta è arrivata a Roma portando il live dei TARM che hanno festeggiato i 25 anni di attività.
Oltre a loro sui palchi si sono alternate 7 band under 35 che incarnano lo spirito indipendente ed innovativo della loro etichetta. Una festa per tutti gli amanti della musica che ha spaziato tra vari generi, dalla cumbia all’elettronica, dalla psych all’hard rock passando per folk e cantautorato “femminilista”.

Il denominatore comune è sempre lo stesso, la musica, con la M maiuscola, quella che non si ferma o segue sentieri già battuti ma traccia sempre nuove rotte. I Tre Allegri Ragazzi Morti, anche attraverso La Tempesta dischi riescono a convogliare lo stesso spirito originale ed innovativo che li ha resi una band di culto. Con la loro etichetta proseguono nella loro ricerca continua, soffiando aria fresca nel panorama musicale italiano, rompendo gli schemi e i canoni preconfezionati dell’industria discografica.

I Tre Allegri Ragazzi Morti Live a La Tempesta su Marte

La Tempesta a Roma: il rifugio nella musica

Ad aprire la serata ci hanno pensato i Blindur con le loro sonorità stratificate e ricercate. Atmosfere nordiche e testi che vanno dritti al cuore hanno scaldato il pubblico come intorno ad un camino.


A seguire Black Snake Moan ha caricato il Largo Venue sulla sua personale macchina del tempo e riportato tutti negli anni 60. La sua one man band ha creato intrecci psichedelici e suoni lisergici che hanno avvolto il pubblico facendolo volare nello spazio e nel tempo.


La quota rosa della festa, a causa della defezione de La NIÑA per un’influenza last minute, è stata garantita da Mimosa Campironi. La “cantattrice”, con la sua energia vulcanica ed il suo estro musicale ha trasformato il palco in un teatro di Broadway. In trio con il violino di Andrea Di Cesare e la batteria di Alessandro Luccioli, Mimosa ha riempito il palco di immagini e storie mostrando tutto il suo talento purissimo ed unico.

Mimosa Campironi Hurrah Live a La Tempesta su Marte


Lupetto, il cantautore fumettista, con il suo stile irriverente e alternativo incarna l’ala estrema della Tempesta, quella garage punk.

Un viaggio collettivo


Le incursioni della Murga LOS ADOQUINES DE SPARTACO, invece, hanno trasformato il Largo Venue in una piazza di Buenos Aires. Percussioni e balli sfrenati hanno trasmesso energia pura al pubblico che si è scatenato al ritmo della cumbia.

Murga LOS ADOQUINES DE SPARTACO live a La Tempesta su Marte


Energia pura anche il set di Alosi, il progetto solista dell’ex Pan del Diavolo, Alessandro Alosi che per la festa ha indossato tutto un altro abito. Dismesso quello folk, Alosi per l’occasione ha sfoggiato la forza del punk rock e della new wave, riuscendo ad innalzare il livello dei decibel di una serata già ben rumorosa.
Il viaggio verso nuovi orizzonti musicali è proseguito grazie ai Viva Viva Malagiunta. I loro suoni latin-electro hanno teso un ponte da Buenos Aires a Berlino su cui non si poteva resistere e non ballare.

I Tre Allegri Ragazzi più vivi che mai


A chiudere la serata non potevano che essere i padroni di casa, i Tre Allegri Ragazzi Morti.
La band di Pordenone ha festeggiato i 25 anni di attività ripercorrendo le tappe di una storia scritta con inchiostro indelebile. Perché tutti nelle orecchie e nell’anima hanno impresse le canzoni di un gruppo di culto, avanguardistico e geneticamente alternativo. È grazie ai TARM che un’intera generazione ha potuto trovare un riferimento musicale anche in Italia, che sono nate centinaia di band. Grazie a loro lo scenario musicale si è arricchito ed ha dovuto fare spazio anche a ciò che è diverso. Controcorrente, sempre. Come La Tempesta, che con il suo spirito indipendente ed innovativo, cambia il flusso del mainstream disturbandolo con proposte sempre nuove ed originali.

La Tempesta perfetta si è scatenata su Roma, è stato bello rimanere travolti dalla sua forza.

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