Un sogno nascosto in piena vista: nascita, morte e resurrezione de I Cani

Lunedì 28 dicembre 2020. Le ultime gocce di un anno avvelenato e velenoso, gli ultimi scampoli quasi inutili su un calendario da bruciare. “Qualcosa che non c’è nascosta in piena vista”, qualcosa da dimenticare per sempre. Una giornata così insulsa ed avulsa dalla nostra esistenza che segna il ritorno (addio? arrivederci? saluto? a presto?) de I Cani, che su Soundcloud pubblicano una nuova traccia – “Alla fine del sogno” – che fa esplodere i social. E che, come sempre quando si parla del progetto di Niccolò Contessa, apre ad una ridda di supposizioni, speranze, lacrime e gioie.

Alla fine del sogno, siamo pronti, alla fine del sogno

Una tela strappata, l’ennesima. Un mare che inghiotte tutto e trasforma tutto in schiuma, portando con sé passato, presente e un futuro inimmaginabile. Un sogno che si confonde con la realtà, che assume le sembianze della vita e della morte. Un rumore ripetitivo di fondo che plasma una voce, una voce che scandisce parole facili da confondere ed incrociare. “Pronto”, “morto”, “sogno”. Concetti che si confondono e ritrovano la stessa lunghezza d’onda, che diventano fragili echi nella tempesta. “Alla fine del sogno” è il nuovo (vecchio?) brano (demo?) de I Cani, pubblicato senza alcun preavviso su Soundcloud, la piattaforma che ha accolto i primi riverberi del progetto di Niccolò Contessa nel lontanissimo 2011.

A pochissime ore di distanza da quel “Pranzo di Santo Stefano”, immortalato nel primo disco della band e in attesa di un anno che “Finirà” (“Tanto finirà la guerra, l’orrore, il sacrificio, il sangue, il genocidio”…), “Alla fine del sogno” segna il ritorno dell’unico vero genio dell’indie italiano, della band più amata-rimpianta-odiata-imitata della storia recente della nostra musica. Un ritorno (dis)illuso, (di)sperato, (dis)incantato.

Un ritorno che, come sempre, distrugge tutti i cliché del genere, va contro ogni idea commerciale e promozionale, contro ogni tentativo di prefabbricare potenziali hit e darle in pasto agli ascoltatori. Se tutto il movimento che è nato dopo dischi come “Il sorprendente album d’esordio de I Cani”, “Glamour” ed “Aurora” ha fatto dell’hype una ragione d’essere, trasformando l’attesa della musica nell’essenza della musica stessa, I Cani hanno sempre seguito una scia diversa. Distruggendo l’idea di hype, anzi anticipandola. Scomparendo da ogni social (e per alcuni giorni, nel caso dei primi due dischi, anche da Spotify). Una decisione coerente, quella dell’essere “nascosti in piena vista”, che ad ogni loro ritorno ha riportato, così come sarebbe sempre giusto, l’attenzione sulle canzoni, sul loro significato. Ed è proprio il significato di questo brano ad aver aperto decine di congetture.

Alla fine del sogno (per la fine del sogno).

Io sono pronto a..

alla fine del sogno,

io sono pronto (io sono morto)

io sono pronto (io sono morto).

L’annuncio di un addio? Un nuovo inizio? Nascita, morte o resurrezione? Nessuna risposta avrebbe senso, nessuna ne avrà. Perché Contessa, ancora una volta, scompiglierà ogni idea preconcetta, ogni marchio, ogni previsione, ogni idea. Si continuerà a nascondere non nascondendosi, sarà pienamente visibile senza lasciarsi attraversare dallo sguardo. Distruggerà l’hype creando un post-post-hype.

E in fondo, ascoltando Glamour, questo lo aveva già annunciato in “Storia di un’artista”: “Che ci piacciono: i dischi, le foto, i registi, i marchingegni alla moda, le muse, gli artisti. E sentirci diversi, creativi, speciali. Tutto tranne normali. Tutto tranne normali, normali”. Ed è questa l’unica risposta: alla fine del sogno, non esiste alcuna normalità, ma soltanto un’aurora che ci abbraccia nei momenti vuoti.

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