Nouvelle Vague, l’arte di riarrangiare

Ci vuole una certa dose di coraggio e di talento per prendere i capisaldi della musica new wave e punk anni 80, pezzi storici ed iconici di movimenti duri, puri, in chiodo e anfibi neri e vestirli di camicioni fiorati, bermuda e infradito e trasportarli sulle spiagge di Rio.

L’amore per la musica

Il segreto del successo dei Nouvelle Vague risiede nella molla stessa che ha portato Marc Collin e Olivier Libaux a dare vita al loro progetto musicale.

Il loro segreto è l’amore per il genere musicale più ribelle, la passione per uno dei periodi più ferventi e “violenti” della musica moderna, per gli ambienti metropolitani, per i temi duri e spigolosi della musica punk e new wave.

La rabbia di “I wanna be sedated” dei Ramones, i suoni scuri di “Love will tear us apart” dei Joy Division, di “Blue Monday” dei New Order o di “Just can’t get enough” dei Depeche Mode, facevano da colonna sonora ad una visione del mondo diversa a cavallo tra gli anni ’70 e ’80.

La musica non maninstream, in quegli anni, creava vere e proprie filosofie di vita, modi di vestire, era il fulcro intorno a cui si sviluppavano forze e aggregazioni di ragazzi in lotta, anche solo ideale, con il loro tempo.

Sentire la versione dei pezzi leggendari di quel periodo, nella reinterpretazione dolce ed ammaliante dei Nouvelle Vague potrebbe far storcere il naso se non fosse accompagnata dal profondo rispetto del duo francese per i pezzi originali.

Sonorità agli antipodi

Il segreto del successo dei Nouvelle Vague risiede nella molla stessa che ha portato Marc Collin e Olivier Libaux a dare vita al loro progetto musicale.

Il loro segreto è l’amore per il genere musicale più ribelle, la passione per uno dei periodi più ferventi e “violenti” della musica moderna, per gli ambienti metropolitani, per i temi duri e spigolosi della musica punk e new wave.

La rabbia di “I wanna be sedated” dei Ramones, i suoni scuri di “Love will tear us apart” dei Joy Division, di “Blue Monday” dei New Order o di “Just can’t get enough” dei Depeche Mode, facevano da colonna sonora ad una visione del mondo diversa a cavallo tra gli anni ’70 e ’80.

La musica non maninstream, in quegli anni, creava vere e proprie filosofie di vita, modi di vestire, era il fulcro intorno a cui si sviluppavano forze e aggregazioni di ragazzi in lotta, anche solo ideale, con il loro tempo.

Sentire la versione dei pezzi leggendari di quel periodo, nella reinterpretazione dolce ed ammaliante dei Nouvelle Vague potrebbe far storcere il naso se non fosse accompagnata dal profondo rispetto del duo francese per i pezzi originali.

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Tutte le stelle di Cristina Donà