Asia Ghergo: quei bambini elettrici in bilico fra paura e meraviglia

Asia Ghergo è una giovanissima cantautrice fuori da ogni schema. Il suo primo disco, “Bambini Elettrici”, è la descrizione schietta e senza filtri di una generazioni insicura e fragile, ma sorretta da un coraggio che la porta a urlare al mondo la propria identità. Un disco che spazia dal pop, al cantautorato, dal rap agli esperimenti elettronici

La fragilità di una generazione

Bambini elettrici in grado di incendiarsi, incendiare o illuminare le proprie vite. Angeli fragili che non hanno ali e sognano di essere eroi cinematografici. Preghiere per proteggersi dal male, ma soprattutto da un bene che spesso non corrisponde con quello che si cerca. “Bambini elettrici” di Asia Ghergo, giovanissima cantautrice marchigiana che nella sua breve carriera ha già aperto i concerti di Coez, Levante e de Lo Stato Sociale, è uno degli inni più credibili, sinceri e schietti della generazioni 3.0.

Il video di “Angeli” di Asia Ghergo

Un album felicemente “schizofrenico” nel suo passare da un genere all’altro attraversando il pop, il cantautorato, l’elettronica e il rap. Asia guarda in faccia l’ascoltare, non gli offre facili vie di fuga, racconta la confusione di un mondo difficile da decodificare e di una vita in cui “per fortuna abbiamo le parole ma tanto non le sappiamo usare”.

I “Bambini elettrici” di Asia sono fragili scintille, pronti ad illuminare le città di notte, ma spesso immobili per la paura. Una paura spesso necessaria che può essere trasformata in energia vitale.

E anche la cantautrice, che li coccola, li accarezza e li accompagna, si sente una di loro: “Le paure che abbiamo sono tante: c’è quella di crescere, di sentirci sfiduciati o smarriti in una società troppo frenetica che ci piega e ci rende spesso fragili come dei bambini. Spendiamo le nostre giornate a raccogliere lacrime, a mettere cerotti sulle ferite, a coprirci gli occhi a vicenda, perché a volte il mondo ci sembra troppo crudele da sopportare. Ma questo peso che portiamo sulle spalle è compensato da un desiderio che ci fa battere il cuore: la voglia di amare, di diventare grandi e di realizzare i nostri sogni, di essere noi stessi e apprezzati per quello che abbiamo da dire“.

Asia Ghergo: la necessità di un reset

Il bisogno di tempo e spazio, la paura di farsi incatenare, la necessità di fare i conti con quello che si era e con quello che si ha paura di diventare. “Bambini elettrici” è un disco generazionale, perché parla a una generazione costantemente in bilico fra durezza e fragilità, determinazione e sensibilità. Una delle canzoni manifesto dell’album è “Reset”, che esprime lo smarrimento di non riesce ad esprimere quello che sente, di chi ha le parole, ma non le sa usare.

“Siamo sempre pieni di dubbi, costantemente in bilico tra la voglia di fare e la mancanza di opportunità e di fiducia nei nostri confronti – spiega Asia – Ci sentiamo sempre così soli, così piccoli rispetto al mondo dei grandi, incapaci e mai abbastanza. A volte, di fronte alle avversità, vorremmo essere come dei computer per poterci resettare, perché a volte quello che dobbiamo sopportare ci fa troppo male. Abbiamo due gambe per andare dove vorremmo, le parole per dire cosa pensiamo, ma entrambe le cose sembra che non sappiamo più usarle, non sappiamo più rapportarci fisicamente alla vita, o forse non lo abbiamo mai capito davvero”.

Una difficoltà amplificata dai rumori “intorno e dentro”, dal chiasso esteriore ed interiore che rischia di fagocitare il flusso di una vita.

L’unico strumento per combattere, per farsi spazio anche quando sembra che uno spazio non possa esistere, resta la meraviglia. Quella meraviglia che Asia descrive in una canzone come “Guardami Ballare”.

Il video di “Guardami ballare” di Asia Ghergo

Perché di fronte a buchi neri che rischiano di ingoiare vite, esistenze e percorsi di crescita, di resettarle senza farle riavviare, l’unica soluzione è trasformarsi in stelle cadenti e meravigliarsi per la potenza elettrica della propria luce.

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