Elisabetta Romagnoli: una cura al dubbio?

Cosa succederebbe se pronunciassimo questa domanda nella graphic novel di Elisabetta Romagnoli “La cura del dubbio” edita da Bao Publishing?

Semplice: a quest’ora saremmo stati prelevati d’urgenza da agenti di una squadra speciale e costretti a indossare una maschera dal volto di animale.

Nel futuro distopico immaginato da Elisabetta Romagnoli non c’è spazio per il dubbio perché l’ordine pubblico basato su certezze e verità assolute deve essere protetto ad ogni costo.

Le vite dei cittadini scorrono come in un film dal finale ormai prevedibile e gli eventi si muovono sulla traiettoria di una giostra che solca sempre lo stesso percorso certo e senza sorprese.


Il governo ha decretato l’illegalità del dubbio ma è determinato a debellarne del tutto la piaga e così incarica il dottor Fulvio Davelio di trovare un antidoto. È così che il dubbio comincia la sua battaglia di sopravvivenza attraverso il dottor Davelio, insinuandosi ovunque, tramutandosi in parole di fuoco e gesti rivelatori e mostrando cosa succede quando si smette di sentirsi in bilico.

“La cura del dubbio” è il tentativo, riuscitissimo, di portare alla luce quanto l’attuale società della performance stia mettendo il freno al meraviglioso istinto umano di abbandonare una posizione granitica e sentire la sabbia scorrere via sotto i piedi. Pronti a librarsi in volo con un battito d’ali spesso incerto.


” La cura del dubbio è una storia scritta 3 anni fa in tempi non sospetti- dice Elisabetta Romagnoli- , adesso ha acquistato connotati nuovi ed anche a tratti inquietanti. Non esiste cura al dubbio, c’è una costante ricerca di mettersi in discussione che è l’unico modo per curare il dubbio. Considerando che nella vita la verità difficilmente viene fuori è impossibile di conseguenza estirpare tutti i dubbi”.

Nella Graphic Novel, Il dottor Davelio, nella sua foga di trovare una cura e compiacere il potere, si trova costretto in un tempo e uno spazio di riflessione che non può più escludere l’incertezza.

L’assenza di dubbio lo porterà a rischiare di perdere quanto di più prezioso ha nella sua vita.

Trovare l’antidoto, arrivare primi, avere successo, conformarsi a ogni contesto e assecondare il pensiero unico, hanno un prezzo altissimo: la distanza da sé stessi.
Dubitare si rivela il collegamento più diretto e salvifico che abbiamo con le nostre viscere, bisognose di respirare, scegliere ed essere.

Unici e felici.

O no?

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