Fr*cinema: il grande schermo diventa strumento di riappropriazione

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FR*CINEMA, la rassegna a cura di Pietro Turano e Arcigay Roma torna dal 26 marzo al Cinema Troisi con sette serate e un nuovo concorso per giovani talenti

Una narrazione che supera il mainstream

Narrare se stessi e al tempo stesso raccontare la contemporaneità, riappropriarsi di spazi culturali che possano essere universali, superare le comode sedute di una comfort zone e aprirsi verso uno spazio sempre più libero e consapevole. FR*CINEMA, la rassegna cinematografica curata da Pietro Turano torna al Cinema Troisi di Roma con sette film, preceduti da sette corti, che hanno contribuito a scrivere la storia della comunità LGBTQIA+ decostruendo e spesso sovvertendo la cultura mainstream.

Perché il mainstream significa racconto di massa e, in quanto tale, è escludente, accantona un universo di soggettività che non rientrano nelle codificazioni generalizzate e generalizzanti. FR*CINEMA vuole favorire la riappropriazione dello spazio culturale attraverso proiezioni, talk, e da quest’anno anche workshop formativi e un concorso per cortometraggi originali, rivolto a giovani under 35.

«La cronaca e le classifiche internazionali fotografano l’Italia come uno dei paesi più omotransfobici d’Europa: siamo tornati a tempi bui in cui, oltre al vuoto normativo, anche la società più violenta viene armata dai discorsi d’odio del potere istituzionale. In questo far west, la cultura resta lo strumento di lotta più trasformativo, perché produce consapevolezza. Questo è il motivo per cui anche la cultura è sotto attacco e per cui la nostra resistenza è innanzitutto culturale.» dichiara Pietro Turano, vice presidente e responsabile cultura di Arcigay Roma. «FR*CINEMA nasce dall’urgenza di rivendicare tutto, anche gli insulti usati come armi per annichilirci ma trasformati in segni del nostro orgoglio, e vuole essere un presidio di espressione e creatività, in cui il cinema diventa linguaggio e strumento per elaborare nuovi significati». Un’elaborazione che diventa presidio di una narrazione finalmente inclusiva e sovversiva.

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