Giovanni Truppi a Sanremo: il futuro di un amore

Un incontro casuale tra i tavolini di un bar, il fuoco che fa brillare due teste e scintillare gli astri. La promessa di un amore che diventa eterno nel suo rinnovarsi giorno per giorno.

Giovanni Truppi ha portato al Festival di Sanremo “Tuo padre, mia madre, Lucia”, un brano scritto con Marco Buccelli, Giovanni Pallotti, Pacifico e Niccolò Contessa (I Cani) e prodotto da Buccelli e Taketo Gohara. Una canzone che attraversa i giorni di un amore e li percorre con il suo battito, che oscilla fra inquietudine e gioia. “Amarti è credere che, che quello che sarò sarà con te”. Una dichiarazione senza compromessi e sotterfugi, limpida come l’aria che divide due sguardi che si muove fra una melodia cantautorale ed uno spoken word.

“Tuo padre, mia madre, Lucia” è una dichiarazione d’amore in inverno – ha spiegato Truppi -. Credo che questa stagione mi venga in mente in relazione alla canzone perché è il momento dell’anno più in sintonia con le sue atmosfere e per il sentimento di cui si parla, che è di quelli che rimangono in piedi anche alla fine di una – metaforica – tempesta di neve, un momento in cui la vita è più aspra e resistono solo le cose forti”.

Ancora prima di calcare il palco dell’Ariston, Giovanni Truppi si è aggiudicato due importanti riconoscimenti: il premio Lunezia per Sanremo 2022 e la Targa MEI come miglior artista indipendente.

Il brano portato al Festival è un crocevia di scelte e promesse, un incrocio di riflessi reciproci in una dimensione adulta e pubblica.

“Scegliere una persona vuol dire, nel momento in cui la scelta si fa, prenderla tutta e a prescindere da tutto, perché si sta immaginando il futuro insieme a lei. Questo è l’amore di cui volevamo parlare, che poi è quello delle promesse che si scambiano gli sposi. Infine la dimensione “adulta”, “pubblica” (perché essere adulti vuol dire anche esporsi al mondo esterno) arriva fino all’affollato titolo del brano, dove i personaggi sembrano tre ma in realtà sono ben cinque perché questo padre, questa madre e questa Lucia (che è il nome di mia figlia) sono solo spettatori di una storia e non esisterebbero nemmeno senza i suoi veri protagonisti: i due componenti di una coppia”.

Un coppia consapevole che amore non è annullarsi ma è riconoscersi nell’altro, e credere che “quello che sarò, sarà con te”.

Altre storie
Ciao sono Vale: un SOS che salva l’anima