Dargen D’Amico: fottitene e balla sul palco di Sanremo

Fottersene e ballare. Come se non ci fosse un palco ingessatissimo da reggere, come se la cassa dritta rimbombasse in uno stadio enorme affollato di gente libera. Dargen D’Amico è l’unico autore a far piombare la realtà nella kermesse sanremese e lo fa con “Dove si balla”, un brano ritmatissimo che quasi nasconde un testo amaro e crudo, che racconta una realtà deforme diventata attuale.

“Senza live con il pile sul divano. Se dormi troppo poi ti svegli morto”. Una barra che riassume la storia di tutte le sere degli ultimi due anni, nelle quali l’abitudine è diventata la nuova solitudine, l’assenza di una socialità quasi un farmaco. Ballare fra i rottami di una vita passata nell’attesa di quello che verrà, ballare per restare a galla e non lasciarsi affogare nella desolazione.

E per un attimo, nelle nostre case, i bassi di Dargen D’Amico dal lontanissimo palco di Sanremo hanno fatto tremare le nostre finestre. “Dove si balla” è il racconto di chi ha ancora fame di vita, di chi, anche se con fatica, sente in lontananza della musica, forse nel frastuono dei propri ricordi.

“Ma va a capire perché si vive se non si balla”.

No, non si vive. Fottiamocene e balliamo. Per trasformare i rottami in una cassa che urla.

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