“La Generazione” di Flavia Biondi è una delle graphic novels che Bao Publishing ha scelto per celebrare Giugno, il mese del pride, nell’ambito della sua iniziativa “Ai fumetti piaci come sei”. Per raccontare tutte le sfaccettature dell’identità queer attraverso 6 racconti editi dalla casa editrice milanese.
La provincia come un nido
“La Generazione” racconta la storia di Matteo. Ma non solo.
Matteo tre anni prima è scappato dalla provincia toscana per trasferirsi a Milano. In un percorso che è comune a tantissimi adolescenti che si allontanano dalla famiglia per costruirsi la vita altrove, mirando ad orizzonti più ampi.
Nel caso di Matteo il viaggio è ancora più in profondità perché riguarda le sfere più intime della sua identità.
Matteo è gay, ha conosciuto Massimo in una chat su internet e crede che nel suo paese non avrà mai la chance di vivere come sente.
Dopo tre anni in cui sostanzialmente ha tagliato i ponti con il padre, la sua storia d’amore si interrompe e poco più che ventenne Matteo si ritrova senza un appoggio. Niente soldi, niente futuro, niente amore.
L’unica salvezza è il ritorno a casa, dalla nonna, a quel nido che aveva abbandonato d’istinto e che ora sembra l’unico posto possibile in cui stare. Negli anni però la famiglia è cambiata, le vicissitudini della vita l’ha costretta a riunirsi sotto un unico tetto. In casa ci sono solo donne, la nonna, le zie, la cugina, incinta di un uomo di cui è stata amante e che rifiuta di accoglierla con il figlio che porta nel grembo.
Il babbo non c’è, vive per conto suo e Matteo non ha il coraggio di tornare da lui. Di infrangere quella barriera che si è costruita in anni di silenzio, di cose mai dette.
E così preferisce dormire sul divano di una casa in cui nonostante la diffidenza e le difficoltà economiche, nonostante vi abitino in tanti, “non siamo in troppi. Siamo una famiglia”.
Il sangue e la linfa
Gli equilibri e le dinamiche all’interno di quella casa sono fragili. Incomprensioni e diversità di vedute hanno eretto muri tra madri e figlie, inasprito i rapporti tra sorelle. Ed in questo clima la presenza di un corpo “estraneo” complica ancor di più le cose.
Ma in fondo, quando si è una famiglia, quando il sangue che scorre nelle vene è lo stesso, non c’è barriera forte abbastanza da resistere.
E così succede che piano piano quella corazza di risentimento che ci si è costruiti per difendersi dalle avversità finisce per incrinarsi. E l’alternarsi ed il susseguirsi delle generazioni, come le maree, erodono e scavano anche la roccia e rendono fertile anche l’animo più arido.
I legami familiari, il sangue, come la linfa di un pianta che “quando una mela troppo matura cade dal ramo, l’albero continua a vivere. Perché noi siamo la forza che sale dalla terra. Siamo tutte le generazioni”.
Un racconto mai banale
“La Generazione” è pieno di personaggi ben caratterizzati e dalla forte personalità. L’autrice è bravissima nel dipingere un quadro familiare pieno di colore.
In quella casa piena di calore umano anche Matteo riesce a riprendere in mano la propria vita. In un percorso di crescita e maturazione mai facile che Flavia Biondi ci racconta in maniera non scontata.
“La Generazione” non parla solo di chiusure, ma anche di incapacità ad aprirsi.
Nella storia di Matteo, che è quella comune a tantissimi ed a tantissime, se non si è ben compresi non è sempre e solo colpa degli altri.
Se a venti anni non si riesce a trovare il proprio posto nel mondo è anche perché non si ha il coraggio di affondare realmente le proprie radici. Di affrontare con piedi saldi le intemperie della vita, lo sferzare degli eventi.
Matteo impara a farlo, impara a rinunciare agli alibi ed ad assumersi le proprie responsabilità, sentendosi “in colpa per tutte le nuove generazioni che dal passato pretendono senza mai dare”.