Stephen King: We Like It Darker

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Una raccolta di racconti che traccia un solco nel tempo e nello spazio, vite nelle quali si infrange e rifrange una lama di oscurità da accettare e non allontanare. “You Like It Darker”, l’ultima opera di Stephen King, è il canto corale di un’umanità che riflette sullo scorrere della vita e sugli angoli oscuri che si nascondono in fondo alla proprie viscere

Nenie per cuori oscuri

“Una ninnananna per la sofferenza e un paradosso da biasimare” (Leonard Cohen – “You Want It Darker”).

Nenie per cullare l’anima e leccare le ferite del corpo. Paradossi che distorcono la percezione spazio temporale, che diventano realtà visibili e tangenti da accettare e nelle quali nuotare a polmoni serrati. “You Like It Darker”, ultima raccolta di racconti e novelle di Stephen King, è una riflessione sul tempo, sullo spazio, sul vortice di anime che casualmente si incontrano e scontrano. Sull’umanità.

Molti protagonisti di quest’opera (dall’anziano sulla panchina de “Il Quinto Passo”, ai vedovi di “Laurie” e “Serpenti a Sonagli”, fino a quel Phil de “L’uomo delle Risposte” che attraversa con tutta la sua vita racconto), hanno consapevolezza dell’ultimo canto (od urlo) della propria vita, ma non si rassegnano ad essere schiacciati dal passato che li rischia di stritolare con i suoi artigli. L’oscurità del titolo non ha forma, è una lama impalpabile che oscilla nell’aria e pretende di conficcarsi nelle carni. Non si tratta, però, di un buio da scansare, ma da accogliere, da lasciar scivolare sulle pelle, da guardare attraverso il riflesso della propria immagine.

“Credo che i responsabili della maggior parte dei problemi del mondo siano quelli fra noi meno fantasiosi, quelli incapaci di apprezzare il lato oscuro della finzione”, scrive King nella postfazione. L’oscurità diventa un modo di rappresentare la realtà, di raccontare la verità su di essa. Una verità che può apparire spaventosa, ma che diventa necessaria per raccontarsi a cuore aperto. Perché “le cicatrici diventano nei affascinanti quando c’è amore”.

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