Viito: live, cuore e coraggio

I Viito, una fra le migliori realtà indie italiane, ritornano ai live dopo mesi di stop forzato. Il concerto di Roma, sulla terrazza dell’Alcazar Live, è stato un atto di cuore e coraggio, che ha abbattuto ogni distanza imposta e tracciato una linea. Sì, anche in questo “inverno musicale” è comunque possibile realizzare live potenti e toccanti. Senza aver paura.

Viito: un live che diventa vita

Vivere, volare e poi precipitare. Stare bene e farsi male. Imparare a perdonare. Disinfettare il cuore dalle cose che non valgono, dalle cose che svaniscono. L’inverno, l’inverno, passerà

Un cuore ferito, colpito nel suo essere tessuto profondo, nella sua vitalità. Un inverno infinito all’orizzonte, dopo una primavera appannata, guardata attraverso la finestra. Eppure un cuore che batte e scuote, che pulsa coraggio nell’incertezza, che aspetta un segnale per far fluire sangue e musica, rumore e parole.

Per un gruppo come i Viito, che fa del live la propria dimensione naturale, lo stop prolungato ai concerti è stata una ferita, una sospensione lacerante. Eppure, al secondo concerto dopo una lunga pausa forzata, la band ha mostrato cuore e coraggio, riuscendo ad indossare a perfezione la nuova veste acustica che la costringe a portare sul palco solo tre elementi.

La voce di Vito e la chitarra di Giuseppe, fin dal primo brano, hanno saputo ricucire lo strappo imposto dalla distanza. Canzoni come “Esami”, “Lisbona” e “Industria Porno” hanno abbracciato e scosso il pubblico, azzerando ogni percezione, annullando tutte le insicurezze. Restituendo il significato di “vita” alla parola live. Le tastiere di Cristiana Della Vecchia hanno dato corpo alle melodie e alle strutture chitarristiche, tanto da non far notare la “veste ridotta” della formazione.

E così il concerto, come raramente in questo periodo è avvenuto, è diventato una celebrazione coraggiosa della musica, un atto di resistenza contro la paura, un urlo lacerante di esistenza.
“Non sapevamo cosa aspettarci da questo ritorno ai live – ci racconta Vito -. La distanza impone un filtro, ma ci siamo resi conto che basta un gesto, una mano alzata, un feedback , ed è come se quel filtro non ci fosse”. Come se svanisse seguendo le tracce di un inverno soltanto immaginato.

Lo scambio con il pubblico

Chi ha visto un live dei Viito sa come la band riesca a trasformare il palco nell’espressione della propria anima, attraversandolo e percorrendolo centimetro per centimetro.

E oggi, quando tutto sembra cambiato, in realtà non è cambiato nulla. Lo stage dei Viito è ancora carne, anima, sudore, cuore e coraggio. Nonostante lo spazio ridotto e la veste intima della formazione. “Niente potrà interrompere lo scambio fra noi e il pubblico – racconta Giuseppe -. Questo elemento è rimasto intatto, nonostante le nostre paure. Se si crea una conessione fra il nostro cuore​ e quelli di chi ci guarda tutto il resto va in secondo piano”.

Un link indissolubile per difendersi per una sera in attesa del domani, una benda sul cuore aspettando “Tempi migliori” che riescano a cancellare la precarietà di questi giorni. ​ E far sbocciare fiori su un palco enorme.

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